Che cos’è la realtà?
Chi sono io?
Cosa esiste, di ciò che non percepisco?
Sai, caro amico, o amica, quando, con qualche amico, parliamo di temi spirituali, spesso mi viene rivolta questa obiezione:
“però, pubblicamente, queste cose non le dici…“
Ed è vero. Ci sono tematiche delicate, sensibili, che meritano essere trattate con cautela, e al momento giusto.
Tematiche delicate…proprio come quella di oggi.
Se ho scelto di parlarne, adesso, è per una ragione: perché, dopo 8 anni – o quasi – di cammino di Spiragli di Luce, forse, è arrivato il momento di condividere qualcosa di un po’ più scioccante del solito.
Andare più a fondo qui, sul blog, luogo in cui scrivo per tutti, ci permetterà di “scavare”, ancora di più, nei nostri percorsi, individuali, o di gruppo ma…
…vogliamo, adesso, addentrarci in ciò che è accaduto?
Intuire il Transurfing, prima del Transurfing
Hai presente, caro amico, o amica, il celebre Reality Transurfing?
Devi sapere che, personalmente, intuii l’esistenza di questo modello di interpretazione della realtà che viviamo, anni di prima di sentirne parlare, e senza aver mai letto nulla in proposito.
Se non ne hai mai sentito parlare, ti lascerò, alla fine, alcuni approfondimenti per scoprire di cosa si tratta; per ora, basterà tenere a mente pochi elementi che, più o meno, potrei riassumere così.
La tua percezione è che esista una sola realtà spazio-temporale in cui ti muovi ed esisti.
In questa realtà ci sei tu, la tua famiglia, i tuoi amici, la tua casa, la città in cui vivi, il bar in cui ti servono il caffè, la scuola in cui pratichi yoga, e così via. In questa percezione – quella comune, ordinaria, accettata da tutti – ognuno di noi è unico, in una realtà unica.
Ma cosa accadrebbe se, invece, esistessero infinite dimensioni dell’esistenza?
Questa è la domanda fondamentale del Transurfing, sistema che chiama “Spazio delle Varianti” quello spazio che contiene tutti i piani di realtà possibili e linee della vita quelle “infinite vite”, tutte e quante possibili, che abbiamo la possibilità di vivere, spostandoci e, anzi, surfando da un piano della realtà e l’altro.
Sì, tutto molto bello, ma c’è qualcosa di vero?
Cambiare la coscienza, cambia il mondo

Adesso lascerò perdere il Transurfing e ti parlerò di qualcos che, per me, ha molto più valore e, cioè, qualcosa che ho vissuto in prima persona.
Per raccontartelo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, tornare a esattamente nove e otto anni fa, rispetto al momento in cui scrivo, e tornare alla mia vita in Colombia.
Da giugno 2013, fino ad aprile del 2014, infatti, ho vissuto a Bogotà, la capitale del paese sudamericano.
Una serie di prove che ho dovuto affrontare, una serie di demoni che mi si sono parati davanti, oltre a una serie di aiuti e angeli (anche umani) che mi hanno sostenuto nel percorso, mi sostennero nel compiere una grande transformazione.
Il ragazzo che si presentò, quasi un anno dopo, all’aeroporto di Bologna, aveva ben poco in comune con quello – apparentemente uguale ed avente lo stesso nome sulla carta di identità – che era partito nell’estate dell’anno prima.
E fin qui, niente di strano, giusto?
Quanta gente, in fondo, fa un viaggio, o vive un’esperienza che lo aiuta a trasformarsi. Non sono il primo e non sarò l’ultimo.
Ma se ti dicessi, però, che la realtà intorno a me era cambiata?
La trasfigurazione della realtà
La parte che sta per arrivare sarà dura da digerire per gli scettici, mentre sono certo che stimolerà profondamente la mente e il cuore di chi si sente pronto a guardare oltre.
Vado dritto al punto e ti chiedo:
hai presente come appare la realtà nei sogni?
Non pensare, adesso, a quando sogni qualcosa di palesemente irreale o fantastico.
Pensa, invece, a quando sogni un luogo realmente esistente: casa tua, casa di un amico, la città in cui vivi, ecc.
È vero o no che appare diversa da com’è quando sei sveglio?
Sai che si tratta dello stesso posto ma, in pratica, ci sono oggetti o colori o forme che non ricordi di aver mai visto.
Ci sei fin qui, giusto? Succede anche a te di percepire la realtà in questo modo nei sogni?
Ecco, allora, per un attimo, adesso, prova a immaginare che, quando rientrai dalla Colombia, ciò che percepivo intorno a me…
…appariva proprio come appare la realtà in sogno.
I posti erano quelli. Le strade erano quelle. Persino le persone erano le stesse. Eppure, c’erano anche delle differenze.
Piccole e grandi differenze, in ogni cosa, persino nelle persone e nelle conversazioni che avevamo. Ma questo è niente, rispetto a ciò che mi accadde un giorno.
La realtà parallela

Decisi, un certo bel giorno, di partecipare a un seminario. Un’attività di crescita personale, che si sarebbe tenuta lì, da qualche parte, nelle campagne bolognesi. E fin qui, niente di strano: ero solito partecipare a eventi come quello.
Solo che, non appena arrivai, accadde un fatto a dir poco inspiegabile.
Si avvicinò un uomo, a dir poco euforico, e strillò:
“Elviooo! Grandeee! Ma che ci fai qui? Allora era vero quello che mi hanno detto: sei tornato!”
Lo guardai interdetto, aggrottando le sopracciglia per lo stupore e l’imbarazzo: non avevo mai visto quella persona.
Lui sembrò non curarsi un granché della mia meraviglia, almeno in un primo momento, e si avvicinò, abbracciandomi con forza.
Sorrisi, dissimulando un certo imbarazzo, ma percepii subito di trovarmi di fronte a un’occasione d’oro che non andava sprecata, facendo finta di niente.
Dunque, senza troppe cerimonie, gli dissi:
“scusa, ma io non ricordo chi sei”
A quel punto spalancò gli occhi, e rimase sbigottito. Sembrava quasi che avessi bestemmiato. Per un attimo mi sentii strano anch’io e mi chiesi se, in effetti, non mi fossi dimenticato di questa persona. Ma, dentro di me, ero certo che non poteva essere.
Primo: perché sono estremamente fisionomista e difficilmente dimentico una faccia. Secondo: perché ho una memoria di ferro, e se è vero che – ogni tanto, soprattutto allora – mi capitava di essere sbadato, è altrettanto vero che mi bastava poco per ricordare ogni dettaglio.
Invece, no, di fronte a quest’uomo avevo il vuoto assoluto.
“Ma dai, non mi riconosci” – disse, con un marcato accento modenese – “sono Federico, siamo compagni nella scuola di yoga”.
Avevo praticato yoga, prima di partire per la Colombia, per ben 4 anni, arrivando a praticare anche 3 o 4 volte la settimana, per non parlare delle feste, delle proiezioni di film, del corso di tantra e tante, tantissime altre attività.
Conoscevo molto bene i miei compagni di corso e li frequentavo anche al di fuori dalla scuola, andavo spesso a casa loro e, talvolta, venivano da me o uscivamo insieme, la sera…insomma…
…se mai avessi conosciuto Federico, me lo sarei ricordato.
La nuova coscienza
Adesso arriva il pezzo forte.
Quel pezzo che farà ritenere, ad alcuni, che io abbia perso il senno. Dentro di me so che, naturalmente, non ho perso nulla, ma sono anche ben cosciente che la spiegazione che sto per dare fuoriesce da qualsiasi canone di interpretazione della realtà attualmente conosciuto e accettato.
Il punto è che avevo conosciuto Federico, ma in una realtà parallela.
C’era, cioè, un me stesso che non lo conosceva, quel ragazzo un po’ ingenuo e pieno di paure che partì per la Colombia nel 2013, ma esisteva anche un me stesso che lo conosceva: doveva trattarsi, evidentemente, del ragazzo che tornò dal paese sud americano, profondamente trasformato, nel 2014.
Questa percezione fu corroborata da un fatto.
Intuitivamente, e senza essere pienamente cosciente del perché, quando i miei amici colombiani si intristivano, per la mia partenza, rispondevo loro dicendo:
“ma perché ti preoccupi? Una versione di me sta tornando in Italia, ma esiste un’altra versione che rimarrà qui, con voi, per sempre”
Lo prendevo come uno scherzo o, meglio, mentalmente giustificavo il fatto che mi venisse da usare queste parole come se stessi scherzando ma…
…dopo che incontrai Federico, capii che esse racchiudevano qualcosa di più profondo.
Racchiudevano una nuova coscienza, quella coscienza che Zeland ha definito “Transurfing” e che io, allora, e molto prima di leggere i suoi libri, chiamai multidimensionalità.
Ritengo, cioè, che ciascuno di noi viva su più piani contemporaneamente e che la porta d’accesso da un piano all’altro – dunque da una versione di te fino all’altro te – sia la coscienza.
Quando questa cambia, muta, si espande, si aprono porte per nuovi piani, più elevati.
In questi nuovi piani, ti può capitare di incontrare persone che conoscevi già, ma che ora appaiono profondamente trasformate.
Come un ragazzo, che ricordavo essere problematico, volgare, violento, con problemi evidenti di dipendenze, e che dopo il mio ritorno dalla Colombia mi fermò, una sera, e iniziò a parlarmi di consapevolezza, potenzialità della mente e onironautica.
Come un’altra persona, palesemente “carnivoro” e disinteressato a qualsiasi tema inerente la sostenibilità, che ritrovai vegano, e che aveva messo sù un orto.
E come Federico, che giurava di aver conosicuto il nuovo me stesso anche nel passato. Un passato che io non ricordavo o che, comunque, ricordavo diverso da come lui me lo descriveva.
Insomma, amico lettore, o amica lettrice, oggi ho – come si suol dire – “vuotato il sacco”.
Forse è giunto il momento, qui, su Spiragli di Luce, e con tutti voi, di andare per davvero più in profondità, e toccare anche tutti quei temi che per cautela, finora, ho evitato di trattare.
Perché, naturalmente, quando vivi qualche situazione che vorresti trasformare…beh…
…da oggi puoi iniziare considerare seriamente l’idea che esiste un piano dimensionale in cui quel problema è già risolto 😉
Ti avevo promesso qualche approfondimento sul Transurfing, e la cosa migliore che posso fare è suggerirti proprio il primo libro di Zeland, introduzione a quelli che scrisse negli anni successivi, che si chiama “Lo Spazio delle Varianti”

Reality Transurfing – Lo Spazio delle Varianti – Vol. 1 Edizione 2021
Come scivolare attraverso la realtà
Vadim Zeland
Compralo su il Giardino dei Libri
Se il libro ti interessa, e lo ordini cliccando su questi link aiuti Spiragli di Luce a sostenere le spese che sostiene ogni mese (diverse centinaia di euro) per rimanere online e diffondere conoscenza. Il primo è la versione cartacea, il secondo ebook

Reality Transurfing – Lo Spazio delle Varianti (eBook)
Come scivolare Attraverso la Realtà
Vadim Zeland
Compralo su il Giardino dei Libri
Io ti ringrazio di esser stato, o stata qui, e se l’articolo ti è piaciuto, lo puoi condividere sui tuoi profili social.
Un abbraccio e arrivederci al prossimo spiraglio
Elvio
Molto tempo fa lessi il libro di Richard Bach, l’autore di “ Il gabbiano Jonathan” , che narrava proprio di questa possibilità di vivere su piani paralleli… non ricordo il titolo ma andrò a cercarlo nella mia libreria
Grazie !!!💚
Il libro di cui parlavo prima è Le ali del tempo di R. Bach. Il commento che ho scritto prima è la prima volta che lo scrivo!!!