Chi non usa le app per ricordare qualcosa? Magari per idratarsi al meglio, per allenarsi, per gli appuntamenti… sono util e pratiche, ci aiutano e stimolano la nostra costanza e il nostro impegno. Cosa penseresti, però, se ti dicessi che ho installato un’app che per cinque volte al giorno, mi ricorda che devo morire?
Prima di raccontarti di questa app ti chiedo di abbandonare giudizi e pregiudizi che hai sulla morte, ed anche i sentimenti negativi che hai legato ad essa come paura, timore o rabbia.
Sii curioso e goditi questo articolo, ti sorprenderà!
Il Buthan, la morte e questa curiosa applicazione
Ho scaricato sul mio cellulare un’applicazione che si chiama We Croak e si ispira a un detto del Buthan (una vera e propria filosofia), che recita: “Contemplare la morte cinque volte al giorno porta alla felicità”.
Il Buthan, per chi non lo sapesse, è un regno buddhista situato sull’Himalaya.
E non ci crederai ma i monaci hanno inventato una sorta di PIL (Prodotto Interno Lordo) non per monitorare la produttività del paese in termini economici ma per calcolare la felicità degli abitanti, chiamiamolo “FIL” (Felicità Interna Lorda), non è sorprendente?
Pensa un po’: il “FIL” del Buthan è altissimo.
Contemplando la morte sono riusciti ad arrivare alla felicità: in Buthan la morte si accetta e basta.
Cinque notifiche (mortali) al giorno
L’app invia cinque notifiche al giorno con scritto:
“Non dimenticare che devi morire”.
Cliccandoci sopra si può leggere un aforisma sulla morte che aiuta a riflettere e a meditare su questo tema, e a fare delle considerazioni nuove.
Qual è lo scopo ultimo di quest’applicazione? Vivere il presente.
Crediamo di vivere nel qui e ora invece ci perdiamo tra i ricordi dolorosi del passato e le preoccupazioni di un futuro incerto.
Non siamo mai qui, mai in questo istante, siamo proiettati un po’ di qua e un po’ di là, persi nell’illusione del tempo.
Superare un tabù
Mi è capitato di raccontare ad amici e parenti di aver installato We Croak.
Tutti mi hanno guardata con occhi sgomenti e mi hanno chiesto come mai avessi deciso di farlo. C’è chi, addirittura, mi ha rimproverata!
Perché hanno reagito così? Perché la morte è un tabù.
Non se ne parla volentieri e se lo si fa ci si deprime solo perché ormai è associata a sentimenti negativi come tristezza, depressione, solitudine, mancanza, isolamento…
Basta pensare che fino a poco tempo fa le donne che perdevano il marito o una persona cara indossavano il lutto, cioè vestivano di nero e solo di nero, per mesi o addirittura anni! Forse al sud sopravvive ancora questo costume.
La paura della morte è anche la causa di questa società di eterni Peter Pan devoti all’estetica e all’apparenza, tanti hanno paura di invecchiare! Una vera e propria follia!
Cos’è allora la morte?
La morte è la chiusura di un ciclo che si è aperto al momento della nostra nascita (anzi, forse anche prima!), mentre la nostra anima si incarnava in questo corpo fisico, nel ventre di nostra madre.
E’ un momento sacro, un momento di passaggio e tale dev’essere considerato.
Non è la fine, anzi! Citando Tiziano Terzani da “La fine è il mio inizio”:
“Dinanzi a tutto questo la tua esistenza è una piccolezza, è lo starnuto di una formica. La mia morte – pfft! È da ridere. Pensa, in questo momento quanti uccellini muoiono, quante formiche vengono pestate, quanti uomini muoiono di malattia, di vecchiaia, di violenza. Muoiono tutti. Lo dice bene il dio Krishna, tutto quello che nasce muore e tutto quello che muore nasce.
Anch’io la fine la sento come un inizio. L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. E questo lo sento così forte. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.”
Fanno riflettere queste parole di Terzani, vero? Ho ancora qualcosa da dirti sulla morte, ma prima ti chiedo un piccolo gesto. Questo articolo ti sta piacendo? Ti chiedo allora un piccolo gesto: lascia un like alla nostra pagina Facebook, grazie di cuore!
Ricordati che devi morire
Te lo devi imprimere nella mente ogni giorno: devi morire.
Potresti morire oggi, domani, tra un mese, tra un anno. Non importa. Stai andando verso la tua fine. E non serve deprimersi, non avrebbe senso, non puoi evitarlo. È nella natura delle cose.
Questa consapevolezza deve esserti semplicemente di aiuto per vivere appieno ogni singolo attimo della giornata.
Pensaci. Pensa a come vivi ogni singolo giorno della tua vita. Sei soddisfatto? Sei felice? Non dare la colpa ai tuoi problemi, alla salute che non c’è, ai soldi che scarseggiano, alle persone che ti ostacolano.
Il problema è che hai dimenticato come si assapora la vita, come si vive e basta. Giorno per giorno.
Abbiamo seppellito in fondo agli abissi il nostro cuore da bambini e quotidianamente ci stressiamo la mente e il corpo con mille preoccupazioni.
Un motto che ispira
Oggi ricomincia, ricomincia tutto da capo. Ricomincia da te. E sii buono con te stesso, sono sicura che stai facendo del tuo meglio.
Riparti dalle piccole cose e vivi nel qui e ora, sii presente a te stesso nella mente e nel corpo.
Quando prendi il caffè, sorseggialo e gustalo come se fosse la prima volta.
Quando sei con i tuoi figli gioca davvero con loro e divertiti, torna un bimbo anche tu. Non rimandare più niente. E non perdere più minuti preziosi del tuo sacro tempo della tua sacra vita a parlare male di Tizio o di Caio. Non preoccuparti, affronta una cosa alla volta, un giorno alla volta. Capita che la vita ci metta alla prova, non cadere sotto i suoi colpi.
E se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate:
Vivi come se dovessi morire subito. Pensa come se non dovessi morire mai (Luigi IX - Re di Francia) Share on X
Approfondimenti e saluti
Qui puoi trovare il libro che ho citato precedentemente, “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani scritto insieme al figlio Folco.
Questo libro racchiude tutti i suoi precedenti e li supera, dona una visione completamente nuova della malattia, della morte, della vita. Un libro che ispira.
Infine, ti lascio uno Spiraglio da leggere sull’Alchimia Superior Imparare a scegliere la Gioia, di Francesco Viero.
Se avessi dimenticato il nome dell’App, ti ricordo che si chiama We Croack, qui un articolo di GQItalia che ne parla approfondendo il tema tecnologia-morte.
Prenditi cura del tuo personale “FIL” seguendo la filosofia del Buthan, fai pace con la Morte e arriva alla felicità, mi raccomando! E se questo articolo ti è piaciuto, condividilo!
Grazie!
Un abbraccio di cuore
Merj Tauro
Bellissimo spiraglio grazie Merj ?