Caro amico e cara amica,
oggi voglio riportare, qui sotto, un post che ho pubblicato su Facebook, relativo alla scissione in atto nella nostra società.
Lo riporto “pari pari”, per chi non avesse avuto modo di leggerlo ma, dato che ci troviamo qui, su Spiragli di Luce, un luogo che, come sai, è stato creato apposta per approfondire e ragionare con calma sulle cose, alla fine…
…aggiungerò qualcosa, che reputo estremamente importante.
Buona lettura.
Dopo il grande interesse che avete manifestato, un paio di giorni fa, sugli insegnamenti di questo periodo, mi sento di aggiungere qualcosa d’altro.
Qualcosa, a parere mio, su cui tutti abbiamo bisogno di riflettere.
Non parlerò delle scelte personali, di quanto siano siano giuste o lecite le une o le altre, perché non è questo il punto della riflessione.
La riflessione è sulla spaccatura sociale che tali scelte stanno generando.
Purtroppo, duole ammetterlo, sulle fiamme di tale divisione, hanno soffiato le bocche e i venti di un’informazione a dir poco puerile e irresponsabile.
Ma tant’è; su questo, almeno per ora, e finché non si concepirà un nuovo modo di fare informazione (vedi anche spiraglio di ieri sera), c’è ben poco da fare.
Però, come sempre, cari amici e care amiche, c’è un però.
Il però è riconoscere un fatto.
E, cioè, che questa divisione esisteva anche prima.
In realtà, è sempre esistita.
Prima ci si divideva tra destra e sinistra, tra fascisti e comunisti, tra giustizialisti e garantisti, tra chi voleva gli immigrati e chi voleva aiutarli a casa loro.
E non solo: ci si divideva tra Inter e Milan, Milano e Roma, Pisa e Livorno, tra una nazione e l’altra; ci si divideva tra amici, in amore, in famiglia. Ovunque.
Questa tendenza al dualismo, alla lotta, all’identificazione di un nemico – sempre e solo, manco a dirlo, esterno – è connaturata alla natura dell’uomo.
Anzi, è connaturata alla natura dell’uomo, e della donna, che non hanno mai preso in considerazione l’idea di lavorare per davvero su se stessi.
Che non significa leggere libri, né prendere qualche diploma e neppure iscriversi a yoga o meditare dieci minuti al giorno.
Significa guardare, per davvero, in profondità, che cosa si nasconde nelle tenebre della nostra coscienza.
In quella malcelata oscurità, se ci guardi davvero, scopri che di nemici non ce ne sono. O, meglio, che l’eventuale nemico, o alleato, che ti sbarra la strada è, in fondo, terribilmente simile a te.
E, soprattutto, a quella parte di te che non vuoi vedere.
Ecco perché oggi mi sento di dichiarare un fatto.
E, cioè, che non appartengo a nessuna fazione.
Non perché io non possegga opinioni in merito a ciò che accade, ma semplicemente perché le presunte fazioni, le presunte divisioni, sono illusorie, fittizie, non esistono.
E, naturalmente, non si può appartenere a ciò che non esiste.
Quindi so che potrei non essere capito, so che queste parole potrebbero generare incomprensioni, so anche che, in certuni, potrebbero causare malumori.
Pazienza. Mi spiace.
Ma mi sento comunque di aggiungere al ragionamento dell’altro giorno questa postilla.
Che non c’è nessuna divisione reale. E che, se vi ricordate quello che si diceva all’inizio, si desiderava che “tutto andasse bene” e che ne saremmo usciti “insieme“.
Questa parola “insieme“, ancora esiste, nei cuori di tanti. Di tantissimi.
È solo un pensiero che, per ora, si esprime con una voce fioca, forse un po’ rauca, e timorosa, ma non per questo poco sicura di ciò che afferma.
Che ognuno di voi possa essere portatore di unione, di cooperazione, di forza, di risveglio.
Di pace.
Vi abbraccio
Elvio
In un certo senso, questa riflessione, potrebbe anche andar bene così.
Non è vero, mio caro amico?
Forse sì, tuttavia, mi sento di aggiungere una cosa e, in particolare, di rispondere a un’obiezione che mi è stata fatta.
Curiosamente, questa obiezione non è stata mossa sui social – luoghi che, per antonomasia, immaginiamo gravido di scontri e polemiche – bensì, da amici e amiche, con cui abbiamo parlato di queste tematiche di persona.
Ora, la mia posizione, riguardo ad alcune decisioni prese e, in generale, alla gestione della situazione di emergenza, è fin dall’inizio piuttosto critica.
Tuttavia, il fatto di essere critico e personalmente contrario al carattere inevitabilmente discriminatorio di alcune norme, non mi impedisce o, meglio, non esclude quanto ho detto qui sopra.
Facciamo un patto, mio caro lettore, o lettrice…
…ci stai? 😉
Io mi impegno a spiegare, al meglio delle mie possibilità, questo delicatissimo passaggio.
Tu impegnati, più che puoi, e per un attimo, a mettere da parte ogni tua idea preesistente sulla questione.
Fatto?
Bene, proseguiamo 💪
Secondo la fantasiosa narrazione attuale, dovrebbero esistere due gruppi di persone.
Da una parte ci sono i vaccinati, che sono buoni, coscienziosi, e impregnati di senso civico. Dall’altra ci sono i non vaccinati, che sarebbero ignoranti, pericolosi e sprezzanti dei valori del bene comune.
Sempre seguendo il filo logico (o, forse, mito-logico?), di tale narrazione, i due gruppi sarebbero “l’uno contro l’altro armati” e pronti a combattersi e discriminarsi a vicenda.
Ovviamente, però, le cose non stanno così.
Una persona può essere critica rispetto a certe norme.
Ad esempio, può ritenere che impedire a chi ha fatto un test, che dimostra di essere sano, di andare al ristorante o prendere un autobus, non abbia senso.
Al contempo, però, questa persona potrebbe decidere, per se stessa, che è meglio vaccinarsi.
Dunque, secondo la narrazione attuale, a quale delle due fazioni appartiene questa persona?
Da un lato si è vaccinato, dunque, sarebbe un “buono”; dall’altro, però, si permette di criticare le sacrosante norme che tutti dovrebbero accettare all’unanimità…dunque…assomiglia anche a un “cattivo”.
Potrei fare ancora migliaia di esempi, come questo.
Qualsiasi narrazione duale, basata cioè su due opposti, su due contrari, è destinata a falsare la realtà. Perché la realtà è composta sempre da infinite sfumature.
E anche quando ti sembra di coglierne tante, persino quanto ne vedi centinaia…o migliaia… puoi star certo che non appena la tua coscienza si espanderà ancora un po’, ti accorgerai che non avevi visto che una piccola frazione delle cose reali.
Ecco perché mi rifiuto di farmi catalogare, o omologare, all’interno di categorie preconfenzionate.
Ecco perché scelgo, almeno, per quanto mi è possibile, di fare ciò che un vero essere umano, ha il diritto e il dovere di fare: fermarmi, respirare, ragionare.
Ed ecco anche perché scrivo queste parole: perché so che ci sono tante persone, come me, come te che mi leggi, mio caro amico, e mia cara amica.
Perché tutto il lavoro che abbiamo fatto, in questi anni, con Spiragli di Luce, finalmente, adesso, lo possiamo mettere in pratica.
E tirar fuori, anche in questo momento delicato, la migliore versione di noi stessi.
Con fede, ti abbraccio
Elvio
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