In ambito spirituale, spesso, si passa da chi pensa di poter fare a meno di un maestro, a chi lo vorrebbe tanto ma non riesce a trovarlo. Poi c’è chi crede di averlo trovato…ma…si ritrova nelle mani di qualche truffatore. Oggi vedremo che, se tutto questo accade, c’è una ragione...
Caro amico e amica, caro cercatore della verità,
da quando ho scritto uno Spiraglio intitolato “Se vuoi evolvere, non fare da solo: accogli il maestro” la mia posta ha iniziato a pullulare di messaggi che ponevano una domanda piuttosto simile: “come faccio a trovare un maestro spirituale?”
Eccomi, dunque, e dato che tali e-mail continuano ad arrivare, a scrivere un articolo chiarificatore, che mi auguro possa essere d’ispirazione per tutte le persone che hanno un simile dubbio.
Cari amici, mi rivolgo, ora, a quanti tra voi hanno sollevato la questione, ed anche a chi la solleverà in futuro.
Vedete, anche se ogni messaggio è diverso, così come pure le ragioni per cui non trovate un maestro lo sono, per ora ho osservato un punto in comune tra tutto quello che mi avete scritto.
Tale punto, per essere trattato con serenità, ha bisogno di una certa sincerità, da parte mia e di maturità da parte vostra: vi esorto, dunque, a non prendere sul personale i ragionamenti che seguono.
Da quello che ho potuto osservare, la ragione principale per cui non trovate un maestro, per usare un eufemismo, è che avete le idee piuttosto confuse a riguardo. Alcuni fra voi, invece – ed ecco che arriviamo alla sincerità che vi accennavo poc’anzi – sembrano essere completamente nel caos.
Credo sia necessario il nostro amato passo indietro e un quesito propedeutico:
Cosa intendiamo quando diciamo che qualcuno è un “maestro spirituale”?
Il primo passo per una qualsiasi ricerca, dovrebbe essere chiarirsi le idee su che cosa si stia cercando. Sembrerebbe ovvio ma, ti assicuro, da quello che ho potuto osservare non lo è affatto.
Perché tanti, fra voi, possiedono un’immagine mentale di come dovrebbe essere una guida spirituale, spesso un po’ densa di stereotipi e quando vi mettete alla ricerca…cercate qualcosa che vi assomigli.
Ed è proprio qua che inizia la fregatura.
Perché poi mi scrivete, nei vari messaggi sull’argomento, che in giro ci sono “ciarlatani” – “falsi guru” – “gente improvvisata”, e così via.
Non vi do torto, miei cari, anzi: è vero – ahimè – che in giro ci sono persone di questo tipo, tuttavia…se in questi anni aveste seguito con attenzione gli insegnamenti che trasmetto tramite Spiragli di Luce, dovreste sapere che la domanda da porsi è…
…come mai io incontro e attiro i falsi maestri?
La ragione – a mio modo di vedere – risiede proprio in quell’immagine un po’ stereotipata che possedete del maestro: un santo, un guru dalla lunga barba, un asceta e così via.
Niente, lasciate perdere subito, cancellate all’istante queste immagini ingannevoli dalla vostra mente, vi fanno solo perdere tempo.
Perché cercando tali caratteristiche – e qui seguitemi con attenzione – cercate l’esteriorità di un maestro, e non la sua interiorità: questi aspetti, infatti, possono essere facilmente simulati.
Avete ben compreso questa parola? La ripeto perché amerei se si imprimesse nel vostro subconscio: si-mu-la-ti.
Ci sono persone che si propongono come guide ma, in realtà, simulano le qualità interiori di un maestro, tentando di riprodurle all’esterno: attraverso il look, le parole usate, il vestiario, le abitudini salutari ostentate e così via. Solo che dietro a questa “parvenza di santità”, nel migliore dei casi, c’è il nulla, e nel peggiore, c’è una frode.
Si potrebbero fare tanti esempi, ma ne prendo uno piuttosto tipico: la rinuncia al sesso.
Chi ritiene che tale rinuncia sia una virtù, tenderà a identificare chi dice di avervi rinunciato, con un potenziale maestro.
Solo che alla sessualità si può rinunciare per i motivi più svariati, e pochi fra questi hanno a che fare con una vera scelta evolutiva.
Si può rinunciare, ad esempio, per “imitare” qualcuno che l’ha fatto per davvero. È una rinuncia esteriore, ma non interiore: il desiderio non viene sublimato bensì, represso e “schiacciato” in qualche zona dell’inconscio, in cui arde più focoso di prima.
La persona andrà incontro a tutta una serie di squilibri e infermità, ma quelli che gli stanno vicino – se la consapevolezza dorme – potrebbero rischiare di vederlo come un “maestro spirituale” che ha “superato” il desiderio sessuale.
Oppure, e ora penserete forse che sto dicendo una banalità: si può rinunciare al sesso per lo stesso meccanismo per cui la volpa dice che l’uva non è buona.
Lo stesso dicasi per chi rinuncia al denaro. Si, ma l’hai mai sperimentata l’abbondanza nella tua vita? Sei stato capace di diventare ricco? Perché, se no, a cosa vorresti farci credere che stai “rinunciando”?
Stesso meccanismo, ancora, per chi rinuncia alle relazioni. O attraverso il celibato, o sperimentando lunghi periodi di isolamento: ci sarà la “santità” dietro a tali scelte, o l’incapacità di stare con gli altri?
Lo so, ci sto andando giù un po’ pesante ma, in effetti, vi avevo avvisato che sarei stato sincero, ricordi? ? E, credetemi, in questo caso sento che è giusto così, perché per certo caos che mi sono trovato davanti agli occhi, è molto meglio esprimere i pensieri in modo chiaro, senza dar adito a ulteriori dubbi.
Si, ma come troviamo un maestro?
Non basta certo un articolo per rispondere. Però voglio darti un’idea e – per farlo – ho bisogno di parlarti del kung fu. Seguimi nel ragionamento e, vedrai, ci aiuterà non poco a chiarirci le idee.
Gli insegnanti di questa antica arte, vengono suddivisi tradizionalmente in 3 gradi distinti:
- Allenatore
- Istruttore
- Maestro
Tutti e tre, naturalmente, sono cinture nere, però differiscono tantissimo nel grado di anzianità ed esperienza.
Il primo è un allievo anziano che ha superato le prove necessarie ad insegnare agli altri. Si occupa, solitamente, di insegnare le basi, o di insegnare ai più piccoli.
Il secondo è anch’egli un allievo però di grado più avanzato e si occupa di quella parte di insegnamento più elevata e riservata agli allievi più esperti.
Infine c’è il maestro, che può essere il fondatore della scuola o, più spesso, colui che ha raccolto il testimone dal maestro precedente. È responsabile della scuola, del rispetto delle tradizioni, insegna raramente in chiave diretta agli allievi, mentre si occupa della formazione degli allenatori e degli istruttori.
Ecco, in chiave spirituale, anche se non è proprio la stessa cosa, accade qualcosa di molto molto simile.
E questo ci porta al paragrafo conclusivo, in cui arriviamo al concetto fondamentale che vorrei trasmetterti in questo Spiraglio, ovvero che…
Non hai bisogno di un maestro, ma di un fratello maggiore sul sentiero
Proprio così, cari amici e amiche, la ragione principale per cui tanti di voi si affannano a trovare un maestro spirituale e non lo trovano (o trovano i “furbetti” e gli “imbroglioni” di turno, è perché non ne avete bisogno.
Proprio così: voi andate alla ricerca di quelle icone che avete letto nei libri o di cui avete sentito parlare: cercate un Yogananda o un Echart Tolle, ma non avete bisogno di loro, e sapete perché?
Perché è troppo presto ?
So che, dopo questa riga, l’ego spirituale di alcuni di voi si sentirà ferito, e vi chiederà con veemenza di abbandonare questo articolo: fate pure, per me siete liberi di scegliere quello che volete ma – se invece volete darvi una possibilità evolutiva – leggete ancora qualche riga.
Perché se vi sentite “piccati” da quanto ho scritto, è proprio perché il vostro ego si è affezionato a una serie di idee: magari vi vedete molto bene mentre sorridete gioiosi vicino al vostro guru con la barba bianca e lunga, o mentre meditate nella posizione del loto, seduti in un tempio in India, e magari non vedete pure l’ora di pubblicare tutto ciò su Instagram.
Si, convengo col vostro ego sul fatto che sono immagini molto belle, però devo anche essere molto chiaro nel dirvi che non hanno nulla a che fare con un vero percorso spirituale.
Perché la guida di cui avete bisogno – ed ecco che arriviamo al titolo di questo ultimo paragrafo – non deve essere a chissà quale livello di coscienza, bensì solo leggermente più avanti di voi sul sentiero.
Che cosa mai potreste imparare, infatti, da un maestro realizzato, uno che vive già disidentificato dal proprio corpo e dalla propria esperienza terrena? Ve lo dico io: niente.
Da un fratello maggiore sul sentiero, invece, imparerete tantissimo.
Perché egli si trova a vivere esperienze simili alle vostre, ma qualche passo più avanti di voi sul sentiero. Ha già superato alcune prove a cui voi vi state avvicinando e vi sa già dare delle risposte che state cercando, perché c’è già passato.
È un buon allenatore o, magari, un buon istruttore spirituale quello che vi serve. Non un maestro.
E sapete cos’è il bello? Che accettare di aver bisogno di un fratello maggiore, significa anche smettere di raccontarvi di essere chi non siete e, dunque, significa accettare voi stessi.
Infine, cari amici miei, un fratello è molto più facile da trovare. Buona ricerca!
Elvio
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