Si chiamano Andrea Tosi e Ilaria Lenzini, sono emiliani, e hanno dato vita a un percorso che unisce l’evoluzione spirituale con la regina delle arti: la Musica
Se dovessi usare una sola parola per raccontare come ho conosciuto Andrea e Ilaria, i ragazzi di MusicAlchimiA, sceglierei vibrazione.
Grazie ad essa, infatti, l’immaginazione spicca il volo.
È un decollo leggero, una piuma che si solleva beffarda, sfidando la gravità.
Mentre fluttua a mezz’aria, appaiono una serie di immagini: corde di uno strumento che si gonfiano come nuvole, canti che volano nell’etere come il polline, ma anche quell’assonanza che porta le Anime affini a incontrarsi.
Musica e Crescita Spirituale, intrecciandosi, hanno segnato o, meglio, suonato, la melodia del mio camminare nel mondo: potevano, forse, non incrociarsi i nostri cammini?
Potevano, ma si sono incrociati: ed è stata la fluidità della vita a farci incontrare: un messaggio, una chiamata, poi una chiacchierata più profonda, e poi…
…poi eccomi, seduto alla guida della mia auto, diretto verso un piccolo paese abbarbicato sulle colline di Reggio Emilia.
Ferma nella tua mente questa immagine, perché proprio da essa partirà il racconto di oggi.
Da allora le stagioni hanno proseguito il loro cammino, e compiuto quasi tutti i passi per arrivare all’anniversario del nostro incontro: 31 Dicembre 2019, in cui li raggiunsi – munito di violoncello – a un bellissimo evento chiamato “revHealing NEW YEAR“.
Il ciclo sta per compiersi e l’evento sta per tornare. Reputo sia il il momento perfetto per raccontarti la loro storia.
Magia
Questo scatto anticipa quello che sta per accadere, quando arriverò a destinazione.
Prima, voglio frugare nel dizionario della mente per trovare altri termini-chiave che accompagneranno questo racconto.
Vedo emergere la parola “magia” e la vedo mano nella mano con una sua grande amica, che di nome fa “sincronicità“: credo proprio che saranno due ottime compagne di viaggio.
Ma ecco apparire di nuovo l’immagine di poco fa: l’automobile che, macinando un chilometro dopo l’altro, si inerpica sulle colline. Il panorama, tutt’intorno, è ammantato dal fascino del mistero.
Un mistero chiamato Madre Terra, vestito dei colori d’inverno. Rimarrei a osservarvi ed ascoltare il vostro canto per giorni interi, cari boschi, ma non posso fare tardi all’appuntamento.
Proseguo e sento quella sensazione di confortante entusiasmo, che accompagna l’attesa di un momento speciale.
Quando, infine, arrivo, l’aria pungente mi accoglie, e inizio ad assaporare l’istante in cui l’anno vecchio avrebbe ceduto il testimone al nuovo.
Passano solo pochi minuti, e Ilaria e Andrea svestono i panni delle immagini virtuali che, fino a quel momento, si erano aggrappate alle pareti della mia mente, per indossare quelli, umani, di due simpaticissimi ragazzi, illuminati dalla loro missione.
L’abbraccio che ci diamo è indimenticabile e, allo stesso tempo, vedo accadere qualcosa di altrettanto magico.
Il luogo in cui ci troviamo, curiosamente, a me sembra familiare.
È strano, perché – penso – non mi sembra di esser mai stato da queste parti. Così, faccio un giro, osservo il panorama, lascio scivolare le dita sulle pareti del casale…
…e proprio quando meno me lo aspetto, ecco giungere il ricordo: un’altra esperienza di gruppo vissuta proprio lì, e almeno 12 anni prima!
Devi sapere, caro lettore, o cara lettrice, che a Bologna frequentavo una scuola di teatro, e una volta l’anno ci ritiravamo dalla città per preparare i nostri spettacoli, in un casale, gestito dal signor Palmiro.
Proprio così, dicevamo: “andiamo da Palmiro!” – e lo affermavamo entusiasti, perché ogni volta vivevamo un’esperienza di grande condivisione e crescita.
Faticavo a riconoscerlo perché il posto, negli anni, era cambiato, ma quando incontrai un signore con la barba bianca e gli chiesi se si chiamasse Palmiro…beh…scoprii che era proprio lui!
Ma ora torniamo al punto, perché sono certo che vuoi sapere qualcosa di più sul progetto Musicalchimia, e credo che il modo migliore per farlo sia proprio raccontarti cos’è successo in quella magica notte.
Gioco
Il cerchio che vedi ritratto qui sopra mi spinge a proseguire usando il presente, inteso come tempo verbale, ma anche come stato di coscienza. Eccomi, dunque, che prendo posto sul cuscino. Ricambio lo sguardo di alcuni compagni, sorridiamo.
Che i giochi abbiano inizio!
Al centro vengono posti dei legnetti. Su ognuno di essi è incisa una parola. Ne “pesco” uno e…indovina quale termine sto stringendo tra le mani?
Lo guardo e sorrido, incantato, per una ragione che nessuno dei presenti può sapere.
La mia Rivoluzione Solare, in quell’anno, vede “cascare” la missione di quel periodo nella Quinta Casa Astrologica.
Ma cosa significa?
Ogni casa rappresenta una specifica tappa, della vita o di un ciclo. E la Quinta – come il legnetto sembra aver intuito – ha a che fare con la creatività e il gioco.
Questo, però, è solo l’inizio, perché tante attività ci attendono. E la più attesa, quella che tutti stiamo aspettando, è il momento in cui assaporeremo il magico universo sonoro creato per noi da Ilaria e Andrea.
Ed ecco che ci sdraiamo e chiudiamo gli occhi. La sessione ha inizio.
Il suono dei Gong ci avvolge. All’inizio l’impressione è quella di udire una flebile eco, come un riverbero di qualche accadimento lontano nel tempo e nello spazio.
Minuto dopo minuto, però, il suono sembra prendere coraggio, diviene audace, e come un dardo sonoro scoccato dal gong, fende l’aria e penetra fin dentro le viscere.
Cerco le parole giuste, ma nessuno, tra i vocaboli che affiorano, combacia con ciò che sto ascoltando. Se usassi immagini sarebbero: fragore di una cascata, rombo di un tuono, squarcio di un fulmine. O, forse, tutte queste cose insieme.
Poi il volume cala, Andrea e Ilaria imbracciano altri strumenti e lasciano parlare le voci della natura: conchiglie, pelli di tamburo e pali della pioggia.
Giunta la fine, formiamo nuovamente il cerchio. Ci guardiamo, sorridiamo, e nessuno parla. Perché ciò che abbiamo vissuto è profondo, e la voce del silenzio, parla per ognuno di noi.
Fuoco
So bene, caro lettore appassionato di Spiragli di Luce che hai ormai chiaro che il fuoco (che, non a caso, Francesco chiamava “fratello“) possiede un potere e un ventaglio di significati che vanno al di là del fuoco fisico che percepiamo normalmente.
È azione, movimento, volontà, ed è anche trasformazione, movimento da uno stato all’altro, e passaggio verso il nuovo.
Ecco perché, alla chiusura di un ciclo, il fuoco non può mancare.
La memoria vola alla scena iniziale di Amarcord di Federico Fellini, in cui il fuoco viene acceso per salutare l’inverno e accogliere la primavera.
Mentre contemplo le fiamme, rifletto su quello che è accaduto durante l’anno, poi porto l’attenzione verso gli intenti per l’anno che viene.
Mentre scrivo, adesso, quell’anno è trascorso, e il momento di celebrare il passaggio si avvicina nuovamente, e sembra che questa storia volga al termine.
Ma, in realtà, ho ancora qualcosa da raccontarti.
Prima di concludere, però, voglio che tu sappia che tante altre storie, luminose come questa, le pubblico ogni giorno sulla mia pagina Facebook. E se vuoi che, via via, accompagnino il tuo cammino, basterà lasciare un like qui sotto:
Ri-unione
La prima alba dell’anno arriva. Estraggo il violoncello dalla custodia, mi fermo a pensare e sorrido.
Circa 12 anni prima, mi trovavo proprio lì, con i miei compagni della scuola di teatro, per preparare uno spettacolo chiamato “Resti“, ispirato a “Le troiane” di Euripide, e oltre a recitare, pensa un po’, suonavo il violoncello.
C’è una certa magia in tutto questo.
Comunque sia, l’ora di far vibrare nuovamente l’arco sulle corde arriva e, questa volta, sarà insieme a Ilaria e Andrea.
Stiamo per salutarci, ma non sarebbe una degna conclusione senza qualche ultima parola sulla luminosa esperienza che questi ragazzi hanno creato.
Il progetto MusicAlchimiA
Andrea e Ilaria iniziano a portare le sessioni sonore, i concerti e i loro workshop, in tutta Italia, a partire dal 2016.
Ti ho parlato prevalentemente della prima fra queste esperienze, dato che è stata quella a cui ho avuto il piacere di partecipare, ma sono anche compositori ed esecutori sensibili che propongono brani di loro composizione.
Uno dei miei preferiti è “Vivi Ama Ascolta Respira” che puoi ascoltare qui sotto:
Propongono anche versioni in chiave personale di alcuni mantra della tradizione orientale e di importanti invocazioni spirituali; trovi qui il loro canale YouTube.
L’evento di cui ti ho parlato, invece, si ripeterà e trovi qui le informazioni dell’edizione di quest’anno:
Detto questo, mio caro lettore e lettrice, ti lascio qui sotto alcuni riferimenti per scoprire ancora meglio questo progetto, ti mando un grande saluto, e ti do appuntamento alla settimana prossima.
Non ti dimenticare di tornare sul blog, perché ho in serbo – per la settimana di Natale – per te uno Spiraglio veramente speciale.
Un abbraccio
Per approfondire:
Web
Per proseguire la lettura sul blog con uno Spiraglio Musicale:
Prospettiva Nevsky – Franco Battiato
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