Oggi voglio parlarti di una convinzione molto diffusa, oggigiorno, in campo spirituala: quella che ritiene che si possa fare tutto da soli.
Dato che, ormai, cammino sul sentiero della crescita da oltre 15 anni, posso dire di aver incontrato tantissime persone con questa convinzione. E, purtroppo, devo anche dire che di aver trovato, in loro tanta, tantissima confusione.
Ma non puoi fare l’anarchico spirituale, ovvero, non puoi pensare di operare le delicatissime trasformazioni che un percorso di crescita richiede da solo e senza una guida.
Se, infatti, a scuola avevi una maestra; se, studiando musica o danza si ha un insegnante; se, facendo sport, hai un allenatore…
…come puoi pensare, proprio in una materia complessa e delicata come quella spirituale, di non aver bisogno di una guida?
Seguimi nella lettura, perché entriamo subito nel nocciolo della questione. Voglio parlarti di un particolare identikit.
L’identikit della Persona da ‘Fai da te Spirituale”
C’è tanto attaccamento all’idea di poter/dover fare da soli. Dunque, se sei anche tu su questa posizione, ti suggerisco di sospendere il giudizio e leggere con attenzione la parte che segue.
Proviamo a vedere “l’identikit” dell’anarchico spirituale, della persona che sposa l’idea del fai da te.
Le persone in questa situazione, pur essendo mosse solitamente da grande interesse e passione per l’argomento, hanno idee caotiche a riguardo e, non di rado, è la loro stessa vita ad essere caratterizzata dal caos.
L’anarchico del fai da te spirituale procede convinto di sapere dove sta andando, senza rendersi conto che è proprio l’assenza di un’attenta supervisione a generare il caos in cui si trova.
Spesso si approccia alla spiritualità tramite il web: guarda video, frequenta gruppi e legge libri sugli argomenti più disparati, ma scollegati gli uni dagli altri.
Non vuole una guida, ma segue ogni tanto alcune figure di riferimento, con cui instaura un rapporto ambivalente: da un lato le segue, dall’altro non si fida di loro e mantiene attivo il “sospetto” (atteggiamento della falsa personalità), il che lo porta solitamente a filtrare e scartare ciò che non lo aggrada.
E il problema è che, spesso, è proprio in questi “scarti” che si trovano gli insegnamenti più validi
Infine, non di rado, dopo un primo periodo di ammirazione condizionata – del tipo: ti seguo, ma comunque non ho bisogno di te perché so cosa mi serve – finisce per entrare in conflitto con queste stesse figure, fino ad arrivare a disprezzarle o peggio.
Naturalmente, il motto che ama più di ogni altro recita che:
“Ognuno è maestro di te stesso“
Considera, dunque, che l’unica guida sia interiore e, pertanto, guarda con diffidenza a quelle esteriori. Nei casi peggiori, li considera dei veri e propri ciarlatani.
E, ora, ho una domanda per te.
Ti riconosci in questa descrizione?
Magari ti riconosci in parte, forse addirittura ti riconosci al 100%. Magari, ancora, non ti riconosci affatto.
In questo ultimo caso, prosegui pure nella lettura senza problemi.
Se, invece, ti ritrovi nelle prime due ozpzioni – cioè, se ti riconosci – allora ci sono due possibilità:
- Puoi non affrontare il disagio che la lettura ti provoca, e dartela a gambe levate
- Puoi affrontare qusto disagio, mettere in stand by alcune convinzioni che possiedi e, appunto, proseguire nella lettura e scoprire cosa accadrà
Perché non è consigliabile fare da soli
Anch’io ho iniziato da autodidatta.
Questa fase è durata ben due anni; fu un periodo meraviglioso, denso di scoperte, ma anche nel mio caso caratterizzato dal caos.
Sono sempre stato predisposto e aperto verso le tematiche spirituali: questo mi ha facilitato. Eppure, in qualche modo, le verità che cercavo sfuggivano e questo dipendeva, appunto, dall’assenza di un metodo.
La svolta avvenne, per fortuna, nel 2010, quando iniziai ad affidarmi a qualcuno che ne sapeva più di me.
Ed è proprio ora che arriviamo a una domanda fondamentale.
Perché, proprio all’inizio, quando ero meno esperto, volevo fare da solo?
Potrei citare la sindrome di Duning-Kruger, potrei citare Socrate ma, insomma, il punto è che tutti noi finiamo a dimentarci del fatto che “sappiamo di non sapere”.
Meno sappiamo e più crediamo di essere arrivati da qualche parte, questa è la dura e cruda verità: tendiamo a sopravvalutarci.
Ma a parte questo, quando lavori con una guida, questa ti mette di fronte a una serie di verità che non vuoi accettare. Rischio che, ovviamente, non corri da solo.
Un breve approfondimento: l’effetto Duning Kruger in chiave spirituale
L’effetto Duning-Kruger è una distorsione cognitiva che porta chi è poco esperto a sopravvalutare se stesso. Fu dimostrato in un esperimento in cui, ai candidati, venne chiesto di auto-valutarsi.
Successivamente, essi vennero sottoposti a una serie di test.
In questi test, chi aveva valutato se stesso in modo cauto, ottenne i punteggi migliori, mentre chi si era auto-definito “competente” ottenne quelli più bassi. Forse è per questo che Shakespeare disse:
Il saggio sa di essere stupido. È lo stupido che, invece, crede di essere saggio (W. Shakespeare) Share on XOgni maestro ha avuto un maestro.
Questo punto fondamentale, viene spesso dimenticato.
Yogananda aveva un maestro, si chiamava Sri Yukteswar. Ma anche questi aveva un maestro che, a sua volta, ne aveva un altro, e così via.
Ouspenksy, esponene della scuola della “Quarta Via”, fu allievo di Gurdjieff, il quale raccontò (nel libro “incontri con uomini straordinari”) di aver avuto a sua volte delle guide.
Carlos Castaneda, apprese lo sciamanesimo sotto la guida di Don Juan e così via. Ci sono centinaia di altri esempi.
Esempi che ci fanno capire che una guida è necessaria.
“Ma quindi, non è vero che ognuno di noi è maestro di se stesso”?
La risposta è si e no.
In te vive una guida interiore infinitamente buona e saggia, che saprà guidarti oltre i tuoi blocchi e i tuoi limiti, verso la migliore versione di te stesso.
Ma questo non significa che tu non possa avere una guida “esteriore”, in carne ed ossa.
Ci vogliono tutti e due: la guida esterna e quella interna.
La vera guida di crescita personale, o spirituale, non è altro che una guida che ti aiuta a trovare la tua guida interiore. Sì, hai capito bene, ti aiuta a fare da solo, ma senza voler fare tutto da solo per forza e sin dall’inizio.
E noi, Elvio, possiamo fare qualcosa insieme?
Questo Spiraglio ha anche lo scopo di chiarire cosa posso fare per te e, soprattutto, se posso fare qualcosa.
In questi anni ho seguito migliaia di persone nel loro percorso di crescita; dunque, sì, probabilmente, potrei fare qualcosa per te. Tuttavia, bisogna tener conto che:
io non sono un maestro; però posso essere una buona o persino ottima guida, un insegnante che ti accompagna nei passaggi più delicati della tua crescita: un professionista preparato che mette a tua disposizione quasi due decenni di ricerca personale e lavoro quotidiano con tantissime persone
io non lavoro al posto tuo; proprio per le ragioni di cui sopra: il mio compito non è quello di renderti dipendente da me, ci mancherebbe altro, ma quello di renderti indipendente, non solo da me, ma proprio in generale: dunque, se scegli di lavorare con me, sappi, appunto, che dovremo lavorare.
Il mio compito sarà quello di indicarti e suggeriti la strada, potrò sicuramente camminare al tuo fianco sul sentiero, ma non ti prenderò sulle spalle impedendoti di camminare per conto tuo.
Primo perché non impareresti niente.
E secondo perché…amico o amica mia…ma che fatica! Hahaha
Mi auguro che tutto questo ti sia stato utile.
Se vuoi scoprire cosa posso fare per te, ti suggerisco di consultare questa sezione
Grazie di cuore, un abbraccio
Concordo proprio su tutto e sento di avere bisogno di una guida perché mi sento pronta ma non so come muovermi e, come hai scritto, ho bisogno di metodo.
Il problema però è “dove trovare la mia guida, a chi affidarmi”, chi è giusto per me”? Grazie se potrai rispondermi