Questo Spiraglio è dedicato ai casi della vita in cui la fedeltà può essere pericolosa per la nostra evoluzione personale.
Scommetto che stai “strabuzzando” gli occhi, vero? Se si, respira e rilassati, non sto parlando, infatti, della fedeltà all’interno di un rapporto di coppia ?
La “fedeltà” a cui faccio riferimento è ben diversa e, ahimè, a quanto vedo, persino più facile da mantenere.
Immagino che ti starai chiedendo di cosa sto parlando. Lo vediamo subito con un esempio.
L’esempio di una ragazza, la quale…
…la quale ha un sogno ed, anzi, un progetto di vita.
C’è un’attività, una in particolare, in cui è piuttosto brava, che la appassiona e in cui è competente. Se scegliesse di dedicarvisi, la svolgerebbe in modo egregio, si sentirebbe realizzata e farebbe, persino, del bene agli altri.
Eppure, nonostante ci creda molto, non riesce a iniziare questa nuova attività.
Non ci prova neppure e, quando lo fa, ogni timido tentativo viene subito frustrato da avvenimenti negativi che la riportano al punto di partenza.
Ci possono essere tante ragioni quando una nostra aspirazione non si realizza, eppure, spesso, il “blocco” consiste proprio in un particolare tipo di fedeltà.
Fedeltà a chi?
Spesso si tratta di fedeltà alla mamma, oppure, al papà. Oppure, fedeltà ai nonni, alla storia familiare.
Per comprendere come è possibile prova a riflettere, per alcuni istanti, sulle frasi che riporterò qua sotto:
“Io provengo da una famiglia umile, che ha sempre vissuto la sua condizione con tanta dignità…“
“I miei nonni erano contadini, hanno vissuto sempre e solo con lo stretto necessario, eppure, erano persone fantastiche…”
“I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici per darmi ciò di cui avevo bisogno. Se sono quello che sono, lo devo a loro…”
Ebbene, il punto è che frasi come queste, soprattutto quando pronunciate con un certo orgoglio sono come monete con una doppia faccia.
C’è quella luminosa, (la gratitudine), ma dietro ve ne è un’altra, oscura, che si annida nell’inconscio, e lo porta a pronunciare qualcosa come:
“se loro hanno sofferto tanto e goduto così poco dei piaceri della vita, che diritto ho io di essere felice e sentirmi realizzato”?
Ed ecco svelato a quale genere di fedeltà mi riferisco.
Quella ad un vissuto carico di atmosfere, privazioni, mancanza, insoddisfazione, che fa sì che la persona metta in atto una serie di dinamiche auto-limitanti.
Ti è mai capitato di leggere quelle storie di cronaca in cui, ad esempio, il figlio di un padre delinquente, finisce prima o poi anch’esso a delinquere o in carcere?
Questo è un esempio, ma nella mia esperienza ne ho notati tanti altri; c’è chi, figlio di un giocatore d’azzardo, si ritrova contro ogni logica di buon senso lui stesso a contrarre il vizio del gioco, finendo ben presto nei guai.
Per non parlare di tutti i casi in cui le relazioni che viviamo, non sono altro che il frutto di un tentativo inconscio di riunione col genitore del sesso opposto. La psicologia ci ha fornito una letteratura pressoché infinita su casi come questo.
Infine, i preziosi studi delle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger, hanno rivelato quanto si possa essere condizionati non solo da mamma e papà, ma persino da un lontano parente (nonno o bisnonno) che, magari, non abbiamo neppure mai conosciuto.
Quando una relazione finisce, senza motivi apparenti, ricercando nella storia familiare, si potrebbe scoprire che alla stessa età (o, persino, lo stesso giorno) una nonna o un nonno aveva improvvisamente perso un compagno. È, questo, un ambito di studio molto affascinante, di cui prometto di parlarti nei prossimi mesi.
In casi come questa, è la fedeltà che spinge a compiere certe azioni, ad assumere alcuni atteggiamenti, a frequentare alcune persone o a procrastinare la propria felicità.
Ti risuonano queste parole? Credo che la tematica sia interessante e, se arriveranno dei feedback che me lo confermano, sicuramente approfondirò questo era in futuro. Per oggi, volevo limitarmi a metterti una “pulce spirituale” nell’orecchio ✨? …torneremo sicuramente a parlarne.
La scelta più sana? Il tradimento!
Per non lasciarti sulle classiche “spine”, concludo asserendo che, quando ciò si verifica, la scelta più sana che puoi operare è, appunto, il “tradimento“.
Ti spiego subito cosa intendo con questo termine ma, prima, ti chiedo un istante del tuo tempo per una brevissima azione che può aiutare questo blog a crescere: lascia un mi piace sulla nostra pagina Facebook.
Il termine tradimento, in questo caso, va spogliato di ogni accezione negativa, in quanto significa semplicemente che lasci andare un condizionamento, e ti liberi di ceppi e catene che, mantenendoti fedele a qualcuno o qualcosa, ti impediscono di progredire verso il nuovo te stesso.
Ti invito a riflettere sul fatto che questo tipo di tradimento non è utile solo a chi lo compie; esso diviene un mezzo per risvegliare una nuova coscienza nel gruppo in cui viene messo in atto.
Se in una famiglia povera, o in una in cui le relazioni si interrompono bruscamente, un membro si concede il privilegio di vivere nell’abbondanza e nell’amore, il suo esempio può liberare anche gli altri appartenenti al gruppo familiare.
Che essi riescano, o meno, a liberarsi dagli antichi gioghi, ovviamente, dipende solo da loro stessi.
Ti auguro un buon proseguimento, fai attenzione, da oggi, alla “fedeltà” e, se la dovessi “scovare”, lavora per lasciarti andare alla bellezza di un coraggioso e luminoso tradimento ??
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E arrivederci al prossimo Spiraglio!
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