Avere le idee chiare, a volte, può diventare un limite ed è per questo che può essere utile imparare e dire non lo so. L’idea può apparire bizzarra, in quanto da tutte le parti ci viene insegnata l’importanza di essere decisi e di saper scegliere. Questo è vero, ma non sempre…ci sono casi in cui…abbiamo bisogno del “Sacro Boh“
Imparare a dire non lo so è importante tanto quanto avere la capacità di formarsi un’opinione, saperla mantenere e far valere. Avere le idee chiare, infatti, è indubbiamente importante e su questo non si discute: chi sa cosa vuole ha già fatto il primo passo per ottenerlo.
Però…come si suol dire…c’è un però.
Il però consiste nel mondo delle affermazioni, di cui ti parlerò tra poco. È un mondo in cui siamo convinti di sapere come sono le cose, come esse funzionano, come si comporta la gente e come funziona la realtà intorno a noi. È bello riflettere e formarsi delle opinioni, certamente, il problema è che spesso questi sono basati su percezioni e presupposti fuorvianti ed errati.
Ecco perché potremo imparare a dire non lo so. Oppure, per utilizzare una nomenclatura di mia invenzione…apprendere il Sacro Boh! 🙂
Il variegato mondo delle nostre opinioni e convinzioni
Alcuni anni fa, come tutti, anch’io avevo idee su tutto e su tutti. Le persone si comportano “così e cosà”, mentre “il problema della politica è….” e “…le persone solitamente si comportano…” e così via.
L’idea che imparare a dire non lo so potesse avere una valenza positiva, neppure mi sfiorava.
Eppure, dopo essere andato in Colombia, luogo che mi ha visto morire e rinascere, tutto è cambiato.
Mi sono reso conto che la realtà ha tante sfaccettature, ho scoperto nuovi modi di considerare il prossimo, le relazioni, il mondo e me stesso, preso coscienza di quanto tutto ciò che avevo percepito (e quindi creduto) fino a quel momento fosse basato su presupposti sbagliati.
E fu proprio in quell’anno, il 2013, che imparai “Il sacro Boh”, ovvero, appunto: dire non lo so.
Le tue idee non sono tue
Quanto c’è di tuo nella tua vita? Quante cose hai deciso tu, da solo, autonomamente? Quanti fra gli atteggiamenti che hai sono veramente tuoi?
Quando compri un vestito o un paio di scarpe sei tu che scegli o acquisti un prodotto alla moda? Se lo acquisti perché va di moda, cosa ti spinge a farlo? Vuoi essere come gli altri? Assomigliare a loro? Hai paura di essere diverso? Di rimanere solo?
E le tue opinioni? Credi davvero siano tue? Non credi che siano influenzate dai telegiornali? Non hai mai pensato che è stata la famiglia, la scuola, gli amici e la società intera a spingerti a formarle?
Da fastidio, vero?
Lo so. Sono domande fastidiose. Eppure, non è mia intenzione darti fastidio, bensì far scaturire da ciò una riflessione.
Hai mai riflettuto sul fatto che fino a qualche decennio fa le donne non avevano il diritto di voto? È probabile che le persone, allora, lo considerassero “normale”. Adesso, poco più di 50 anni dopo, ci sembra totalmente assurdo.
Ma quindi prima erano tutti stupidi e adesso tutti evoluti o, semplicemente, entrambi abbiamo accettato una regola sociale e politica? E degli usi e costumi di paesi lontani cosa diciamo? Non ci sembra strano che i giapponesi si salutino con un inchino? Eppure, per loro è normale.
Allo stesso modo, in alcuni paesi orientali pare che si rutti a tavola in segno di apprezzamento per il pasto appena consumato.
È maleducazione? Niente affatto…sei maleducato se non rutti! 🙂
Vedi come tutto è relativo? Ti accorgi di quanto il modo di pensare, agire, comportarsi ci influenza fortemente nel nostro comportarci e vivere nel mondo?
Ecco perché, per evolvere abbiamo bisogno di inserire qualcosa di nuovo nella nostra vita: imparare la bellezza del dire “non lo so”.
Potrei concludere dicendo che…
Non puoi creare qualcosa di nuovo se pensi ed agisci come il vecchio te stesso
Una vecchia storia zen sui cavalli…
Un vecchio contadino aveva tanti cavalli ed un figlio coraggioso e forte.
Un certo giorno il suo cavallo più grande e forte scappò. I vicini andarono a trovarlo e dissero “che sfortuna, che disgrazia, come farai ora senza il tuo cavallo migliore? Ci dispiace….” Ma il contadino rispose semplicemente: “sfortuna? non lo so…“
Dopo una settimana il cavallo apparve all’orizzonte: aveva incontrato una mandria di cavalli selvatici che l’avevano seguito. Ecco che il contadino non solo recuperò il cavallo, ma si ritrovò dal nulla una nuova ricchezza. I vicini andarono a trovarlo e dissero: “che fortuna, che evento lieto, adesso hai tanti cavalli! Siamo contenti per te…” Ma il contadino rispose semplicemente: “fortuna? non lo so…”
Qualche tempo dopo il figlio, mentre tentava di domare uno dei cavalli selvaggi, cadde e si ruppe una gamba. I vicini andarono a trovarlo e dissero: “che sfortuna, il tuo unico figlio maschio, adesso non potrà più aiutarti, che disgrazia! Ci dispiace…” Ma il contadino rispose semplicemente: “sfortuna? non lo so…“
Dopo pochi giorni scoppiò una guerra, e l’imperatore mandò a chiamare tutti i giovani per arrouolarli ed inviarli al rischiosissimo fronte. Il figlio del vecchio contadino fu risparmiato in quanto aveva la gamba rotta. E i vicini si recarono dal contadino e dissero…
Il significato di questa storia
Non sappiamo cosa è meglio per noi.
Giudichiamo di continuo: che bello! Che brutto! Che sfortuna! Che fortuna! Che difficoltà! Che evento lieto! Ed andiamo avanti così, per tutta la vita.
Molto meglio imparare a dire non lo so. Proprio come faceva il contadino.
Dire “non lo so” ci trasporta in una dimensione di neutralità pronta ad accogliere il nuovo ed il bello
Quando affermiamo con troppa convinzione qualcosa, infatti, stiamo limitando la realtà nei paletti delle nostre affermazioni, dietro cui ci sono convinzioni e schemi di pensiero.
Meglio dichiarare di non sapere. Come diceva Socrate, infatti,saggio è colui che sa di non sapere. Ecco che la via del non lo so assurge allora a vera e propria via spirituale, diventa il “sacro boh“.
“Allora, non avremo mai più idee su nulla”?
Ma certo che avremo ancora idee sulle cose!
Semplicemente, piano piano, impareremo a formarci idee consapevoli al posto delle tante opinioni inconsapevoli che negli anni abbiamo assorbito dal mondo esterno.
Il segreto sta nel sospendere temporaneamente il giudizio, per permetterci di esprimere verità nuove.
Si tratta di un periodo di ricerca in cui, grazie al “sacro boh”, riconsideriamo vecchie credenze per poi eventualmente tornare a credervi, ma solo dopo averle comprovate.
Nessuno ti regala niente: ma sei sicuro che sia realmente così?
Non lo so. Indagherò
Diamo sempre più di ciò che riceviamo: sarà proprio come dici?
Non lo so. Meglio verificare. E così via.
In questo modo diamo modo al nostro sistema di pensiero e di valori di essere periodicamente validato e di poter evolvere.
“Io non percepisco ciò che è meglio per me”
Così recita una bella lezione del “Corso in Miracoli“.
Quante volte ci lamentiamo di una situazione senza vedere le opportunità che si nascondono in essa! Quante altre stiamo male perché percepiamo dei pericoli laddove non ci sono!
Un uomo d’affari arriva trafelato in aeroporto, si dispera perché ha perso il suo volo…dopo di che apprende che questo era precipitato. Nessun superstite.
Aveva senso la sua disperazione?
No. Semplicemente, come recita la lezione del corso in miracoli “non percepiva cosa era meglio per lui“.
Le ragioni divine sono imperscrutabili: magari non immagini che perdere un volo ti possa salvare la vita, eppure, episodi come questo accadono.
Chissà quante volte ti sei salvato e non lo sai!
E magari, erano proprio occasioni in cui ti lamentavi. Ecco un bel esercizio: di fronte a situazioni apparentemente negative ripetere a noi stessi non percepisco ciò che è meglio per me.
Insomma, proprio come sto sostenendo…imparare a dire non lo so.
Imparare a dire non lo so crea in noi un bel vuoto…che si può riempire!
Per formare un nuovo “io”, equilibrato e armonico, abbiamo bisogno di creare spazio. La vecchia personalità che ha pilotato la nostra vita, con tutti i relativi schemi di pensiero, inizi a farsi da parte. Ma come si fa?
Il primo passo consiste proprio nel “Sacro Boh”, un bellissimo atto di ammissione di ignoranza (leggi: saggezza)
Quando parli con qualcuno che sta giudicando, prova a chiederti: è veramente così? Devo annuire o posso permettermi la bellezza di imparare a dire non lo so?!
Ti dico un segreto: il “Sacro Boh” è estremamente liberatorio!
Ultimo esempio: la lettera aperta del lavoratore precario
Un giorno lessi una lettera di un lavoratore precario.
Guardava alla sua condizione con una bella prospettiva spirituale: anziché lamentarsi diceva che la precarietà lo aveva tolto dalla zona di confort e dato lo spunto per lavorare su di sé.
Vedi come tutto può diventare relativo?
Applica il “Sacro Boh” ai giudizi altrui. Quando una persona ti parla male di qualcosa/qualcuno, impara a dire che non sai se quella cosa/persona è realmente negativa.
Successivamente, inizia a fare lo stesso con i tuoi stessi giudizi. Quel colloquio di lavoro non è andato a buon fine. È un male? O forse è un bene? Magari in quell’azienda avresti subito mobbing, lo hai considerato?
E quell’ingorgo stradale che ti ha fatto “perdere” due ore? Era veramente negativo? “Non lo so”!
Se impari a dire non lo so, apri la strada ad una nuova luminosissima capacità: saper seguire il flusso della vita.
Conclusioni
Imparare a dire non lo so, mette a tacere l’ego e le sue abitudini, apre lo spazio al nuovo, cambia e rivoluziona la vita.
Ti faccio gli auguri per questa nuova strada evolutiva, da oggi esci di casa e prova a dire non lo so!
“Non lo so!” – e sorridi – oggi piove. è negativo? “Non lo so”! Cè un ingorgo, non va bene? “Non lo so”! Non ci sono più biglietti per quello spettacolo che desideravo vedere, devo sentirmi triste? “Non lo so!”. E così via.
Se vuoi approfondire le tematiche trattate, ti suggerisco questi due Spiragli:
Le nostre idee non sono nostre e
Che tu creda di farcela o meno avrai comunque ragione
ed ora, ti va di condividere questo post? Cosa?! Hai detto per caso “non lo so”?
Ecco, questo è uno dei casi in cui il sacro boh non vale! Aiutaci a diffondere la conoscenza e condividi questo articolo 🙂
arrivederci al prossimo Spiraglio
Il non lo so lo dico in due casi, quando riconosco umilmente di non sapere davvero qualcosa, in qualsiasi campo, e quando non so se possa essere davvero una meraviglia o una disgrazia ciò che mi sta accadendo. Non è un’espressione negativa, io la trovo positiva, a meno che non viene usata come inganno.