Il karma qua, il karma là, il karma su e il karma giù…”il karma non esiste” è una disamina dei malintesi che si creano su questo delicato argomento
Scrivo questo post per fare un’affermazione forte, ovvero che il karma non esiste.
Lo so, è vero, non te l’aspettavi un titolo così su Spiragli di Luce. In effetti nemmeno io, ma aspetta a giungere a conclusioni affrettate 😉
Ricordati che per un essere sulla via evolutiva è sempre bene praticare la sospensione del giudizio…e se per caso per un attimo te lo fossi dimenticato, eccoti servito sul piatto d’argento uno spiraglio che capita a fagiolo: il non giudizio.
Ma torniamo a noi: dire che il karma non esiste, in un mondo che ne parla sempre di più, significa prendersi una bella responsabilità. Me la assumo tutta e mi prefiggo come obiettivo quello di condurti in questo viaggio sui “mille e mila” malintesi che si creano quando si parla di karma.
Frasi tipiche sul karma
“Non capisco perché la mia vita vada a rotoli, chissà cosa ho combinato in quella precedente, devo avere proprio un karma terribile“.
“Mi piacerebbe molto realizzare questo sogno, ma credo di non farcela in questa incarnazione, è il karma“.
“Il mio ragazzo mi ha lasciato, lo amavo alla follia e facevo di tutto per lui, e mi ha abbandonata lo stesso. Quanto ancora dovrò soffrire prima di bruciare il mio karma?”
Quante volte hai sentito queste frasi? Io tantissime. E ti posso assicurare che in esse, quasi sempre, non c’è neanche un briciolo di verità.
Pensare che non riusciamo a raggiungere un obiettivo o che determinati eventi spiacevoli accadano sia dovuto al karma è un modo perfetto per de-responsabilizzarsi. Proprio così: non riesci ad ottenere ciò che vuoi? Puoi sempre dire che non è responsabilità tua, è colpa del karma.
La tua relazione è appena finita, magari perché eri attaccata/attaccato al partner, perché davi sfogo senza rendertene conto alla tua possessività? Nessun problema, tu non c’entri: è il karma. Dato che non te ne sei resa conto, questa situazione (con le variazioni sul tema) si ripete nella storia successiva, e ancora una volta no problem, hai ancora dei nodi karmici da sciogliere.
Amico e amica mia…te lo dico dal profondo del cuore: queste sono scuse.
Fare un percorso evolutivo ti dovrebbe portare a divenire cosciente della tua responsabilità nella gestione e creazione della tua vita, e non a trovare nemici ipotetici al tuo sviluppo.
Tantissime volte ho visto persone che, intrapreso un cammino spirituale, non potendo più dare la colpa al vicino di casa, alla suocera, all’amante del partner, ovvero a nemici identificabili, iniziavano a crearsi mentalmente dei nemici più effimeri ed indefinibili, ipotetiche “entità” o “energie” che gli impedirebbero di fare questo o quello, presunti transiti planetari che si opporrebbero alla loro evoluzione e, ovviamente, il signor karma.
Dal nemico in carne ed ossa, si passa a quello invisibile, ma la sostanza rimane la stessa. Anzi, dato che il karma non lo puoi vedere né toccare, la situazione sembra addirittura peggiorare. Prima il tuo nemico era il capoufficio, ora è il karma. Dalla padella nella brace.
Il ruolo della vittima
Nel bellissimo libro The Joy of Living (purtroppo ormai introvabile in italiano) il maestro Younguey Mingyur Rinpoche ci parla di come abbandonare l’abitudine a rivestire il ruolo della vittima sia fondamentale nell’evoluzione interiore.
C’è una fase in cui ci sentiamo vittime del mondo…gli altri sono i carnefici e noi dobbiamo solo subire le loro gesta infami. Divenire consapevoli, fare un percorso di risveglio, significa proprio “svestire i panni della vittima” e iniziare ad assumersi la responsabilità della nostra vita.
Di questo principio ne parla lungamente anche la Dott. Erica Poli nel suo meraviglioso libro Anatomia della guarigione
Ma allora, se sono responsabile della mia vita e voglio liberarmi dal gioco della vittima…perché vado a cercarmi un altro carnefice chiamato karma?
Il karma non esiste…o si?
Se sei un lettore attento (e sono sicuro di si) 😉 ti sarai accorto che sto mettendo in atto una piccola provocazione. Anche il titolo è volutamente provocatorio: ho deciso di intitolare questo post “il karma non esiste” per far crollare alcuni miti ed attaccamenti che si sono creati a questo riguardo.
In realtà, il karma, inteso come frutto delle azioni che compiamo, esiste eccome, ma non è quello che pensano molte persone. Non corrisponde, cioè, a qualcosa di negativo.
Prova a pensarci: parlando di karma, si fa riferimento in genere ad una sorta di destino o punizione che subiamo a causa di qualche malefatta compiuta in vite precedenti, che ovviamente non ricordiamo. Terribile, eh? Si, sarebbe terribile…se fosse così!
Ma in realtà karma è un’espressione neutra che indica, semplicemente, la nostra missione in questa incarnazione, ciò che dobbiamo compiere nel nostro percorso evolutivo. Fissarsi sugli aspetti negativi, oltreché inutile, diventa solamente un ostacolo al progredire della nostra coscienza.
Il concetto di karma negativo non è nell’Uno
Perché? Perché è frutto di una dualità. Questa cosa è bella, quest’altra è brutta. Questa è giusta, quest’altra sbagliata, questo è bene e quello è male. Tutti binomi in contrapposizione tra loro. Così funziona la mente. È divisa in due, quindi divide tutto in due.
Diceva Osho: la vita può esprimere qualcosa che va oltre il positivo ed il negativo, qualcosa di superiore ad entrambi. Se esprimi così la tua vita, le cosa non saranno né positive né negative, ma esistenziali. Se ci sono lacrime, esse avranno una loro bellezza, una loro canzone. Non occorre che tu sovrapponga ad esse una nuova canzone, esse provengono dalla gioia, non dal fallimento.
(tratto da The transmission of the lamp – renudo.it)
Prendiamo quindi l’eventuale karma come una missione, come una sfida che la nostra anima ha scelto. Tutto cambierà.
Il Dio cattivo che punisce…
Siamo cresciuti con l’idea di un Dio iracondo che, se non ci comportiamo bene, ci punirà. Se non ci punisce in vita, una volta morti, saliti su qualche nuvoletta, ci sarà San Pietro a giudicarci e decidere il nostro destino.
Anche chi ripudia la religione cattolica, ha stampato in modo indelebile questa idea a caratteri infuocati nel suo inconscio. Ecco che, entrando in contatto con le filosofie orientali, si prende il concetto di karma, che – meglio ripeterlo – è neutro e indica la nostra missione sulla terra, e lo trasforma, appunto, nella stessa identica punizione.
Insomma, manco a farlo apposta…ancora una volta…abbiamo occidentalizzato, stravolgendolo, un concetto orientale.
È proprio il caso di dire, come direbbe Francesco Gabbani, che abbiamo creato un… Occidentali’s Karma! 🙂
P.s. dopo aver letto tutto questo ti starai chiedendo forse cosa puoi fare allora quando accadono cose negative, ho approfondito l’argomento in questo post
Che tu creda di farcela o meno avrai comunque ragione.
Ho proseguito questa riflessione dedicando un post completo alla tematica del karma qui:
Il karma esiste? – In cammino con l’Anima
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Arrivederci al prossimo spiraglio.
Bellissimo articolo!!
Buon we Elvio 🙂
Grazie mille Bea, spero che anche tu abbia passato un buon week end. Sulla scia di questo post trovi anche questo: https://spiraglidiluce.org/2016/10/14/i-pericoli-del-pensiero-positivo/ che approfondisce un aspetto simile. Un abbraccio ?
Condivido in pieno quanto dici, la responsabilità è sempre nostra, inutile trovare colpevoli esterni
Grazie Stefania,
è proprio questo il senso dell’articolo! un abbraccio!
Sono pienamente d’accordo.
Sento interiormente, da diverso tempo, che molte cose che noi leggiamo non stanno esattamente così come altri pensano, scrivono e vogliono farci credere.
Il discorso delle vite ad esempio – così come la sento e la vedo – noi viviamo sì altre vite precedenti, ma attraverso ESISTENZE precedenti, e ogni nostra esistenza è composta da molte vite: molte vite, una sola esistenza (Quasi quasi scriverei un libro con questo titolo) ?
Ogni esistenza – per me – è un ciclo che si chiude e basta. Ha un inizio e una fine: un Alpha e un Omega.
Ogni esistenza è come se fosse una interpretazione “teatrale” a più atti e non ripetibile in nessun’altra ESISTENZA semplicemente perché l’esperienza dell’anima, legata allo Spirito, con quella “rappresentazione” è stata fatta e definitivamente conclusa.
Quindi niente più karma negativo derivante da altre esistenze, niente “colpe” in sospeso da scontare.
Il karma da correggere – per me – semmai è di queste nostre vite, in questa nostra esistenza, nel qui e ora… ed è per noi già abbasta questo.
Anche perché, oltretutto (rifletteteci bene), venendo qui per fare esperienza, è – secondo me – fisiologico e normale che si debba “resettare” i nostri ricordi relativi a esistenze passate, altrimenti capirete il casino che si verrebbe a creare nella nostra mente. Quindi, se così realmente fosse, che colpe mai avremmo e che cosa avremmo noi da scontare, relativamente ad altre nostre precedenti esistenze? Credo che sia abbasta logico e chiaro anche questo mio discorso.
Ad maiora ?
Uhmmm…questa cosa della reincarnazione non mi ha mai convinta. Senza nulla togliere ai suoi sostenitori,ci mancherebbe. A me sembra un circolo vizioso senza fine poiche’ nessuno mai in nessuna esistenza condurra’ una vita perfetta e senza errori, imparando dunque “la propria lezione”. Gli sbagli e gli errori fanno parte dell’ incarnazione terrena e ci saranno sempre. Dunque ci si dovrebbe reincarnare all’ infinito. Inoltre non vedo il senso di queste reincarnazioni…bisogna imparare che cosa e per quale ragione? Che senso ha questo meccanismo cosi’ contorto? Perche’ un eventuale creatore ci deve generare imperfetti per poi farci vivere triliardi di vite per farci avvicinare alla perfezione? Un po’ sadica come cosa … :-/