Che lo zucchero sia dannoso per la salute è ormai risaputo, ma non è la sola ragione per la quale dovremmo smettere di consumarlo. L’altra è l’incredibile sfruttamento della terra, letteralmente invasa dalle coltivazioni di canna da zucchero. In questo post vi parlo di quelle che ho visto, con i miei occhi, nel sud della Colombia
Cari amici ed amiche,
durante il viaggio in moto che sto facendo in sud America, sono passato dalla Valle del Cauca, la regione di Cali.
Ho abbandonato la bella regione del Quindio, patria del caffè, proseguendo verso sud. Non appena passato il confine, mi sono trovato di fronte a un panorama niente affatto rassicurante. Vuoi sapere quale? Te lo dico subito, ma prima ti chiedo un veloce mi piace per questo post…
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All’inizio non ci ho fatto molto caso. In Colombia è normale assistere a cambiamenti di vegetazione e di clima, anche spostandosi di pochi chilometri. Passando dal Quindio alla Valle del Cauca l’altitudine scende e la temperatura si abbassa. Dopo un po’ che Daisy proseguiva nella sua corsa (…per chi si fosse perso qualche puntata… Daisy è la moto con cui sto viaggiando…) ho iniziato a notare qualcosa di strano; qualcosa che non quadrava…
Il paesaggio, da lussureggiante che era, si è fatto improvvisamente monotono e ripetitivo… ma cos’era accaduto?
Molto semplicemente…ovunque, a sinistra, a destra, di fronte e dietro di me, sono apparse enormi coltivazioni di canna da zucchero. Ettari ed ettari, piantagioni sconfinate, a perdita d’occhio. Ero già stato a Cali ed avevo notato le coltivazioni nella strada che dal centro conduce all’aeroporto…ma non avevo immaginato fossero cosi estese…
…e in realtà la loro estensione, va molto al di là di quanto mi ero immaginato. Né un albero, né un orto, né tanto meno un bosco…ovunque si vede solo questa mono-coltura sconfinata ed aggressiva.
E le mono-colture impoveriscono la terra. Infatti, le piante, prendono e cedono elementi dal terreno. Una mono-coltura prende e cede sempre le stesse sostanze, lasciando la terra sempre piu’ sterile. Per apportare i nutrienti necessari alle colture successive ovviamente si ricorre a fertilizzanti chimici e non oso pensare alla quantità di anti-parassitari e pesticidi necessari per queste piantagioni così estese…
…proseguendo a sud verso la regione del Cauca (capoluogo: Popayan) la situazione non cambia. Altre due ore di viaggio con lo stesso panorama.
Ma voglio inserire un paio di foto…per dare anche un’idea visiva di ciò che sto descrivendo….
… e ancora ancora in questa foto si scorge qualche albero all’orizzonte, ma guardate questa…
Ci rendiamo conto che al posto della canna da zucchero si potrebbe seminare FRUTTA e VERDURA?
A pochi chilometri da qui si trova il Chocò, una delle regioni piu’ povere di tutta l’America Latina (e forse del mondo), questo “dettaglio” rende ancora piu’ avvilente vedere tanta terra dedicata alla coltivazione di zucchero…
E già che siamo in tema, voglio parlarvi di un libro che lessi qualche anno fa. Fu proprio grazie ad esso che, personalmente ridussi drasticamente il mio consumo di zucchero.
Il libro in questione è “Anticancro” di David Servan-Schreiber La storia, oltre che scientificamente interessante, è veramente commovente. L’autore si ammalò di tumore e, essendo medico e ricercatore, decise di mettersi letteralmente a studiare per comprendere la sua malattia.
La domanda che lo attanagliava e a cui intendeva dare una risposta era: “come mai ci sono persone che muoiono dopo pochi mesi, mentre altre riescono a vivere anche venti o trent’anni o addirittura a guarire?”
E ancora: “che cosa hanno queste persone di “diverso” rispetto alle altre”?
La risposta, interessantissima e complessa, ha a che fare con molti fattori, l’alimentazione, lo stile di vita, la gestione dei pensieri e delle emozioni…è troppo lunga per essere “svelata” in un solo post… vale però la pena anticipare che uno degli alimenti considerati più dannosi è proprio lo zucchero. Il suo consumo, infatti, è aumentato il modo esponenziale nel ‘900…secolo in cui anche i tumori sono letteralmente decuplicati.
Il libro spiega molto bene perché ridurre (o abbandonare?) il consumo di zucchero. A tutto questo, dopo aver visto quelle piantagioni, aggiungo anche il rispetto per l’ambiente. Ad esempio si potrebbe preferire il miele, magari comprandolo da qualche produttore locale, invece che far arrivare lo zucchero dal sud America.
E dato che le foto, forse, non rendono l’idea…ho realizzato un piccolo video…
E il paesaggio, solo pochi chilometri dopo le piantagioni…torna ad essere questo…
Una bella differenza vero?
Dopo aver passato ore ed ore, in moto, ad attraversare questo paesaggio sempre uguale… mi sono deciso a scrivere questo post…per cercare di sensibilizzare su questo argomento. Non abbiamo bisogno di tanto zucchero. Consumarne meno, significa comprarne meno. Comprarne meno significa che non sarà necessario produrne queste quantità spaventose. Smettere di produrre in questa quantità significherà restituire la terra alla varietà vegetale e animale di cui madre natura l’ha dotata.
E per concludere, ecco il libro di David…per la cronaca…lo scrittore è scomparso… alla fine ha ceduto alla malattia…ma dopo essere sopravvissuto per ben 19 anni convivendo col suo tumore al cervello…per il quale gli avevano dato pochi mesi di vita…
Grazie per avermi letto ed arrivederci al prossimo spiraglio.
Credevo che fosse in regressione l’uso dello zucchero, a quanto pare mi sbaglio.
Ciao Penelope,
guarda solo (e solo in Italia) quanto se ne usa per addolcire il caffè… quando lo zucchero toglie esattamente al caffè il suo sapore!!!
Infatti io lo prendo amaro, come non metto zuchero in nessuna bevanda e qudo preparo dolci ne metto pochissimo.