Cari amici,
in attesa del prossimo spiraglio in cui proseguiremo il piccolo grande viaggio per comprendere come funziona la nostra mente ed il pensiero, ed attraverso questo iniziare a lavorare sul benessere e sul nostro risveglio interiore… mi prendo una piccola pausa, faccio un respiro, mantengo ben presenti gli argomenti dei prossimi post e vi racconto di un’esperienza molto bella che ho vissuto lo scorso fine settimana.
Sono andato a Roma per tenere un seminario di crescita personale e risveglio; per mettere in pratica e condividere, di persona e praticamente, le idee che qui sviluppo attraverso le parole e la narrazione. In una sola parola, che voglio sillabare (perché se lo merita) è stato bel-lis-si-mo.
Credo che tutti gli incontri che realizziamo nella nostra incarnazione su questo pianeta, in questo viaggio a volte simpatico altre decisamente difficile, avvengano con una motivazione precisa, ma in un seminari come questo gli incontri sono ancora più magici. Fin dai primi momenti ho sentito una gran familiarità con tutti i partecipanti, quasi come se ci conoscessimo già (non conoscevo nessuno, a parte Adriana che mi aveva invitato) e la stessa cosa l’ha avvertita più uno di loro, come è stato poi riportato nei commenti finali.
Sono partito la sera prima, venerdì, da Bologna. Ho usato le ore di viaggio in treno per finire di chiarirmi le idee sulla scaletta del seminario ed anche per leggere un libro che mi sta molto aprendo gli occhi e che consiglio a tutti: Officina Alkemica di Salvatore Brizzi. Arrivato a Roma, ho raggiunto il mio alloggio a Trastevere e mi sono diretto immediatamente nel bellissimo spazio in cui si sarebbe svolto il seminario, Myloft – House of artists, nel quartiere Portuense.
Ho bruciato un incenso (uso sempre l’olibano che è quello che utilizzato anche nelle chiese) e fatto una meditazione per preparare il luogo. Ho già parlato altrove dell’importanza di ritualizzare la nostra vita…è così poco importante questo aspetto nella società moderna che persino la parola stessa viene qui riconosciuta come un errore…
Beh, io vi posso assicurare che non solo non lo è ma…anzi! È una pratica bellissima che vi consiglio di fare tutte le volte che iniziate (ed anche quando finite) una nuova attività. È anche un modo per chiudere con la routine, per sacralizzare e rendere speciale ciò che stiamo facendo.
Il giorno dopo mi sono presentato giusto giusto alle due e mezzo e abbiamo iniziato senza batter ciglio. Eravamo in tredici.
Si è creata da subito un’atmosfera rilassata e giocosa. Ci siamo avventurati nei meandri della legge dello specchio (a breve ne parlerò nel blog…) secondo la quale tutto ciò che avviene nella nostra vita rappresenta uno specchio di ciò che abbiamo dentro. Tale specchio non è sempre facile da identificare ma la coscienza del fatto che c’è ci permette di rivolgere lo sguardo dentro di noi e iniziare ad operare le trasformazioni interiori che produrranno poi nel tempo anche un cambio esteriore.
Perché nel tempo? Perché un albero non nasce in un giorno e un bambino neppure. Ci sono cambi che sono istantanei, altri necessitano di un certo arco temporale: smaltire le macerie emotive dovute a relazioni sbagliate o a rapporti conflittuali con la famiglia può richiedere anche mesi ed anni di lavoro. Ovviamente, più ci impegniamo, più lavoriamo con dedizione e fede e più i tempi si accorciano. Eccoci all’opera.
Ci siamo conosciuti, abbiamo meditato, fatto esercizi di presenza ed abbiamo iniziato a prendere il distacco dal “vecchio me stesso” per intraprendere la costruzione del “nuovo”: un nuovo essere nella pelle del primo ma più luminoso, sereno, più in pace con sé stesso e col mondo. Ci tengo a dire che ho avuto la fortuna di trovarmi buona parte del lavoro fatto: anche se nessuno dei ragazzi aveva lavorato con me, tutti avevano già un loro percorso di crescita e tutti, chi affidandosi con grande fiducia, chi esibendo maggiore resistenza, si sono messi in gioco, col desiderio di condividere e crescere. Alla fine c’è stato un grande abbraccio collettivo e la promessa di continuare a lavorare insieme.
Per la prima volta ho visto realizzarsi nella pratica quello che già mesi fa avevo intuito e desiderato con tutti il mio cuore: che il lavoro di scrittura nel blog potesse unirsi ad un lavoro pratico da svolgersi di persona durante i seminari, di modo che ciascuna delle due attività possa contribuire a far funzionare meglio l’altra. Le persone, grazie agli spiragli, arriveranno ai seminari già con un’idea sui temi che verrano trattati e potranno proseguire il lavoro continuando a leggerli anche dopo.
I lettori che invece non hanno ancora sperimentato di persona possono propormi di farlo nella loro città! Ho capito che mi piace molto questo tipo di attività (a dire il vero…non ho mai avuto dubbi!) e sono disposto a viaggiare per farla. Credo inoltre che quando si creano gruppi di persone disposte a lavorare su sé stesse, come sicuramente è successo a Roma, sia più facile poi ritrovarsi e proseguire il lavoro. So anche per esperienza personale che il lavoro di gruppo produce risultati straordinari, difficilmente raggiungibili con quello individuale.
Insomma, me ne sono tornato a Bologna pieno di gioia. Sono partito gioioso e sono tornato ancora più contento. La mattina della partenza, prima di lasciare la capitale, il quartiere di Trastevere e il bellissimo week end romano mi hanno salutato con questa curiosa immagine: un signore con un gatto sulla schiena. Miao.
Grazie a tutti e arrivederci al prossimo Spiraglio.
Come sempre…un po` di gallery. La bellezza di guardarsi negli occhi
La bellezza dello spazio in cui si è svolto il seminario…
La bellezza di Trastevere
La bellezza di trovare frasi che rispondono alle domande che ti poni persino su cartelli pubblicitari…
un abbraccio.
p.s. se per caso ti ha incuriosito il libro Officina Alkemica di Salvatore Brizzi lo puoi comprare cliccando qui.
Lascia un commento