Cari amici,
inizio lo Spiraglio con uno spettacolare video (non mio) che introduce uno dei due argomenti di questa puntata…il meraviglioso Etna. L’altro argomento, che affronterò dopo, riguarda invece l’idea del tempo e di quanto la felicità possa (o meno) essere legata ad esso.
Nell’ultimo spiraglio ci siamo salutati a Tropea. C’era una mezza idea di passare da Reggio Calabria e vedere i bronzi di Riace, ma non ce l’abbiamo fatta. Tra viaggi di lavoro e di piacere, continuo a scoprire cose nuove, a ricordarmi di altre che ancora non ho visto. Non è che, come dice qualcuno, non bastano mesi e mesi per vedere tutta l’Italia…non bastano neppure per vedere una singola regione!
Ma torniamo al tragitto: da Tropea siamo andati a Villa San Giovanni per prendere il traghetto. Gli amici calabresi conosceranno bene la strada litoranea che, se non hai fretta, rappresenta una valida alternativa alla frenetica Salerno-Reggio Calabria. Da Tropea a Villa sono un centinaio di km…ci aspettavano non più di un paio d’ore, mettici un caffè sono due ore e mezzo, metti un po’ di frutta raccolta, tre ore…no problem.
Insomma, arriviamo a Villa, facciamo il biglietto e ci mettiamo in fila. Maria entra gloriosamente dentro la stiva della nave, parcheggiamo e saliamo sul ponte: finalmente si salpa e in pochi minuti siamo già in mezzo allo stretto, di qua la Calabria, di là la nostra meta: la bella Sicilia. Scilla e Cariddi.
Una cosa che non ho ancora raccontato è che abbiamo sempre viaggiato senza mete predefinite e senza mai prenotare gli alloggi delle notti successiva. Questa sfida mi è piaciuta particolarmente perché, nonostante l’anno in Colombia e la scoperta che non devo per forza programmare tutto, quella parte di me che voleva avere le cose sotto controllo è ancora presente; ma se escludiamo quando siamo stati ospitati da amici, in tutte le altre mete siamo capitati all’ultimo momento, anche alle otto di sera…ed abbiamo sempre trovato da dormire in posti belli, accoglienti e pure spendendo pochissimo. Anche in Sicilia non sapevamo dove andare; l’idea era dirigersi verso Catania, ma abbiamo lasciato al fluire del viaggio la decisione finale.
E insomma: scendiamo dal ponte, saliamo sulla moto, la nave ha attraccato, ci siamo: si aprono i portelloni, è il caso di immortalare questo momento, siamo arrivati sull’isola: accendi la telecamera! pronta? Bruuum, faccio sentire il motore, ora partiamo e….
…emh…cos’è successo? Mi sa che si è spenta la telecamera 🙂
Ok, comunque posso garantirvi che siamo scesi. Come previsto, ci siamo diretti a sud. Le ipotesi erano: fermarci a Catania, rimanere nei dintorni, (ad esempio ad Acireale) o scegliere uno degli affascinanti paesi della pedemontana etnea, che è tra l’altro la terra di un grande cantautore: Franco Battiato. Spesso abbiamo lasciato la decisione su dove andare all’intuito, a come percepivamo le persone al telefono, quando chiamavamo per cercare alloggio. Provo quindi a chiamare a Zafferana Etnea ma sembra tutto pieno o troppo costoso. A quel punto salta fuori un nome che richiama la mia attenzione, il B&B “Don Diego” , che anche per la gentilezza di Marco, il proprietario, vale la pena citare. Si trova a Linguaglossa, 700 metri di quota sull’Etna, ottima base per conoscere l’imponente vulcano. Quindi: andiamo!
Prima sera: pizza nel pub, passeggiata a piedi e poi (non ho saputo resistere) ho trascinato Laura in un giro notturno in moto alle pendici del vulcano, fin dove si intravedevano nell’oscurità le colate laviche illuminate dalla luna. L’Etna mi trasmetteva un’energia speciale, un misto di ammirazione e stupore e se lei non mi avesse convinto, sarei rimasto probabilmente fuori tutta la notte a vagabondare.
Il giorno dopo, sempre a cavallo della fedele Maria, siamo andati ad esplorare i crateri del versante sud. Lungo la strada, inaspettate e abbondanti, c’erano ad accoglierci delle more che ritroveremo nella gallery finale…
Ma l’esperienza ancora più bella l’abbiamo vissuta il giorno ancora successivo, quando abbiamo deciso di prendere parte all’escursione al cratere centrale, situato a quota 3300. Lascio parlare le immagini…
E ovviamente non poteva certo mancare la foto con la mano vicino all’uscita dei vapori lavici. L’aria che esce è carica di zolfo, difficilmente respirabile ed è veramente caldissima: è possibile avvicinare la mano per pochi secondi…ed ovviamente stiamo parlando di momenti in cui il vulcano è in quiete…
Siamo quasi alla fine, e quindi vorrei toccare l’argomento che vi avevo promesso, che mi sta molto a cuore e che ho avuto modo di osservare in viaggiavamo, ed è appunto il tempo e la percezione ne che abbiamo.
Il tempo può essere un nemico oppure un alleato. È un nemico quando diventa ciò che ci separa dalla felicità, quando la proiettiamo nel futuro, sperando di ottenere domani ciò che ci farà felici; è un alleato quando realizziamo che nel qui ed ora c’è già tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Se sono insoddisfatto di me stesso, può darsi che inizierò a pensare di avere bisogno di tempo per colmare questo vuoto e inizierò a crearmi obiettivi tipo “quando avrò finito questo corso… quando mi sarò laureato, quando avrò ottenuto la promozione… ” etc. Così facendo, in pratica “rimandiamo” la felicità al futuro. E può darsi pure che ci riusciremo, a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, ma il problema è che se leghiamo ad esso la felicità…l’unica certezza è che NON saremo felici OGGI!
Come mai parlo di questo in relazione al viaggio? Perché a un certo punto ho preso coscienza che spesso andavo di corsa: in Italia ci sono così tante meraviglie e la moto ti da così tanta libertà, che a volte mi sono fatto prendere dalla frenesia di andare in quel posto e di arrivarci entro una certa ora, magari per visitare il più possibile. In pratica, i due vantaggi citati (le meraviglie da vedere e la libertà della moto) si stavano tramutando in svantaggi a causa della grande, eccessiva, importanza data al Signor Cronos. E fu significativa una frase di Laura, che una sera che mi preoccupavo per non “riuscire a fare quello che avevo pensato” mi disse: “mi parli spesso di quanta abbondanza ci sia nell’universo; ma se ce n’è così tanta, ci sarà pure abbondanza di tempo, no?”
Abbondanza di tempo. Potrà sembrare una lezione un po’ banale, ma per me è stata importante. Abbiamo viaggiato senza mai prenotare, ho detto. È vero: e mi ha fatto sperimentare un gran senso di libertà, ma non sempre sono riuscito a godermela. Ricordo una sera, nei pressi di Isernia, in cui mi stava improvvisamente montando il nervoso, quando, seduti sul marciapiede ai lati di una polverosa statale, continuavo a fare chiamate a vuoto senza trovare un alloggio. Per fortuna, ancora una volta mi salvò Laura, facendomi notare che in quella situazione, al di là delle apparenze, non c’era nulla di “negativo”: seduti sul marciapiede al lato della strada c’eravamo già stati decine di volte, un posto dove dormire l’avremmo trovato e se proprio no…ad agosto di certo non si muore di freddo se dormi all’aria aperta! Risi di me stesso e delle mie preoccupazioni: una soluzione l’avremmo trovata. E, comunque, stare male nell’attesa…significava solo, appunto…stare male nell’attesa!
Insomma, nel titolo di questo Spiraglio ho inserito un’espressione molto bella (“La sconfitta di Cronos”). L’ho trovata nel libro “Guerrieri Metropolitani” di Salvatore Brizzi (che, come tutti i libri che cito in questo blog…consiglio). Non posso dire di averlo sconfitto, ma per lo meno aver iniziato ad archiviare l’idea di bisogno di più tempo per fare più cose, questo si. E credo che questa lezione me la porterò nella mia vita professionale, nella musica e con i miei cari, imparando, come feci ad Isernia, a farmi una risata nel momento in cui la vocina dentro di me mi sussurra che “dovrei sbrigarmi” per fare questo o quello, per poi in futuro , poter fare questo o quest’altro. Se la felicità si trova in qualche luogo, quel luogo non può essere altro che adesso.
Signore e signori, il raccolto di more fatto sull’Etna…
…ovviamente pure io non ho resistito alla tentazione di farmi accarezzare la mano dai vapori sulfurei…
…’Etna la mattina in cui ce ne siamo andati…
…Cronos…
…e il tramonto sui crateri sud…
Arrivederci al prossimo Spiraglio.
Altri post su questo viaggio:
Primo episodio: Lascia un pezzettino di te nel nostro viaggio
Secondo: Alla scoperta della “piccola grande Italia”…
Terzo: Voli di angeli e antichi megaliti
Quarto: Viaggiare è un po’ morire per poi rinascere
Sesto: Come risparmiare quando si viaggia raccogliendo frutta per strada
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