Cari amici, prima di tutto, voglio mandarvi un grande abbraccio dall’incantevole Tropea.
Il blog sembra dirigersi sempre più, proprio come questo viaggio, nella direzione di vivere il presente! Il presente, a volte, ci può sembrare colmo di preoccupazioni, altre, può essere colmo di una spumeggiante abbondanza: quella di godersi le cose che si fanno, momento per momento. E in questo momento, salutato Montalbano Jonico, è giunta finalmente l’ora di andare a Castelmezzano e Pietrapertosa per fare il Volo dell’Angelo: un vero e proprio volo di oltre due chilometri, che si compie a grande velocità appesi ad un filo, per passare dall’uno all’altro dei due paesi delle Dolomiti Lucane.
Ma dato che in certi casi le parole non rendono quanto le immagini…eccoci…
È stata un’esperienza emozionante, non solo per il brivido di essere sospesi nel vuoto: è il sogno di poter volare, proprio quello che facevo da bambino! Inoltre, come non vederci la genialità e la creatività dell’idea, che sta portando giovani e ricchezza in questi due paesi che altrimenti sarebbero solamente sfiorati dal turismo? Scommetto che vorreste vedere il video, vero? Beh…lo metterò tra…qualche riga, ora andiamo avanti col racconto!
Caricata nuovamente la moto, e salutate le Dolomiti Lucane, ci siamo diretti verso Paestum, dove c’è una bellissima zona archeologica con templi greco-romani. Abbiamo fatto una pausa per il solito caffè (…è un viaggio fatto di molti caffè…) e qui abbiamo conosciuto il signor Walter. Si è avvicinato a noi incuriosito dalla moto, si è presentato pure lui come motociclista e si è seduto raccontandoci i suoi viaggi. Da giovane, il buon Walter, si è sparato niente poco di meno che Napoli-Pechino, andata e ritorno. In moto. Altro che Bologna-Sicilia, eh? Questo è il bello del viaggio: conoscere le storie delle persone. Anche gli incontri di pochi minuti, come questo, ti lasciano qualcosa, che vale la pena ascoltare e poi raccontare ancora.
E, a proposito di storie, vale la pena raccontare anche quella di un certo paese il cui nome, secondo la superstizione, non si può pronunciare, pena inevitabili sventure! Noi ovviamente non ci crediamo e quindi vi raccontiamo il nostro passaggio da Colobraro, Lucania, un borgo in cui vale la pena farsi un giretto. Siamo passati mentre rappresentavano un singolare spettacolo teatrale, a cui prendeva parte tutto il paese (sindaco incluso), Sogno di una notte a…quel paese, basato proprio sulla storia dalla superstizione. Ok, ve l’avevo promesso e quindi, eccolo…il volo! E prima del video solo una frase, che dedico a tutte le persone che soffrono di vertigini…per quanto vi sembrerà strano…anch’io ne soffrivo! È stato un percorso graduale, e tutt’ora a volte temo di ricascarci…quando ne ho paura mi ancoro fortemente nel presente. Per questo sono contento di essermi buttato…e…buttato in tutti i sensi! (Buona visione)
E ora, un piccolo omaggio a un grazioso B&B nel paese di Montalbano Jonico: pensavamo di stare una notte sola, ma la mattina del quarto giorno, eravamo ancora lì. È il b&b che la cara signora Rosalia ha chiamato Soprattutto dato che la casa si trova nel punto più alto del paese: appunto sopra a… tutto! Logico, no? Ha una terrazza così bella che l’abbiamo scelta come location per il video di presentazione di questo viaggio (lo potete vedere cliccando qui). Da Montalbano vale la pena visitare (noi l’abbiamo fatto) la zona archeologica di Metaponto, in cui si trovano i templi di Apollo ed Hera.
E adesso, beh…un “dettaglio” un po’… “particolare”…in un altro b&b (ma non vi rivelerò dove) abbiamo dato un’occhiata alla libreria: ecco cosa abbiamo trovato:
Ma torniamo al viaggio. Abbandonata (a malincuore) la Basilicata, ci siamo diretti a Paestum. Abbiamo dormito all’ostello di Agropoli per poi proseguire per Marina di Camerota, dove si trovano alcune fra le piu belle spiagge d’Italia. Da qui a Sapri e Maratea per approdare infine a Praia a Mare, in Calabria, in un graziosissimo ostello. La proprietaria Martina, Calabrese DOC, vive parte della sua vita in Italia, dove gestisce l’ostello e parte in Brasile, dove fa la fotografa. Proprio a Praia abbiamo approfondito la conoscenza dell’Amaro del Capo e dormito la prima nostra notte in tenda. Ecco un tramonto di una di quelle sere…
Il giorno dopo siamo andati a Tropea e da qui ci siamo addentrati nel profondo entroterra calabrese, sulle Serre, fino al paese di Nardodipace. Poco fuori dal centro abitato sono stati rinvenuti dei monoliti, massi giganteschi che risalgono a un’epoca antica, forse al popolo dei Pelasgi, popoli del mare o forse, come ci è stato raccontato, dai cosidetti Antichi popoli europei, dai “nostri” indigeni, popolazioni che abitavano l’Italia prima della conquista greca e persino prima dei popoli italici poi assoggetati dai greci. Quando ti ci trovi di fronte, ti colpisce il mistero: come avranno fatto a trasportare fino lì quei massi? Sono strutture che potrebbero avere 8000 anni di età: come fecero per sollevarli e metterli gli uni sopra gli altri? Ma al di là di queste domande, voglio riportare un’osservazione che ha fatto Laura. Si rischia di ammirare le pietre, e perdere di vista la sacralità del luogo. Infatti, è probabile che i massi siano lì a testimoniare che quello è un luogo di potere. È quindi il luogo, e non le pietre messe a celebrazione di esso, che deve suscitare il nostro interesse. E Nardodipace, questo piccolo e sperduto paesino dell’entroterra calabrese, in qualche modo ci ha fatto un regalo. Meditare in quella foresta, dove solo si sente il canto del vento che si perde nelle immense vallate…è stato un regalo preziosissimo.
Ciò che più mi ha colpito, finora, di questo viaggio per i piccoli paesi d’Italia è che abbiamo trovato una gentilezza e un’ospitalità fuori dal comune. Forse questi paesini non si trovano in territori ricchi, ma in essi alberga un altro tipo di ricchezza data dalle bellezze, dalla tranquillità e da un vivere antico. Sono tante le persone che, a partire dai miei genitori, hanno abbandonato il paese in cui sono nati per la città, dove si credeva ci fossero ricchezza, opportunità e progresso…ma è ancora così? O forse è una visione ormai superata e una buona qualità della vita ricompare proprio in paese? Lascio aperta la domanda, vi mando un altro abbraccio e vi do appuntamento al prossimo Spiraglio.
Ma…prima delle foto…ti chiedo un velocissimo mi piace per questo post!
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Ed ora, foto! Partiamo col motociclista Walter…
…i templi greci a Metaponto…
…la folla a…quel paese…a Colobraro…
I templi di Paestum
…un po’ di pianificazione e poi…
….frutta…
…i Megaliti di Nardodipace…
…Maria a Nardodipace…
…e l’Amaro del Capo!!!
… ormai alla Sicilia manca poco….manca solo…uno spiraglio! Arrivederci al prossimo 🙂
Altri post su questo viaggio:
Primo episodio: Lascia un pezzettino di te nel nostro viaggio
Secondo: Alla scoperta della “piccola grande Italia”…
Quarto: L’Etna e la sconfitta di Cronos
Quinto: Viaggiare è un po’ morire per poi rinascere
Sesto : Come risparmiare quando si viaggia raccogliendo frutta per strada
Che bello leggere dei tuoi viaggi, tu sai trasmettere gioia ed entusiasmo:) un caro saluto!