L’immagine qui sopra ritrae Li Xiao Ming, maestro di Qi Gong (o Chi Kung) che ha tenuto un seminario a Bologna la settimana scorsa.
Dato che da un po’ ne sentivo parlare (e bene!) ho deciso di non lasciarmi sfuggire l’occasione di partecipare. Entrai in contatto col Qi Gong qualche mese prima della partenza per la Colombia. Soffrivo di un dolore alla spalla e un amico fisioterapista mi aveva indirizzato da un medico che praticava l’agopuntura. Questi teneva anche dei corsi di Qi Gong e li dipingeva come utili per la salute, così decisi di provare a praticare.
Che cos’è il Qi Gong o Chi Kung?
Spiegato con parole mie, è un’insieme di pratiche di origine taoista che servono a risvegliare ed armonizzare la nostra energia interna, a prendere coscienza del nostro corpo energetico. È costituito da esercizi dinamici, meditativi o sul respiro e può sicuramente essere paragonato allo yoga: quest’ultimo è di origine indiana e il Chi Kung è di origine cinese, ma alcuni aspetti e finalità sono comuni.
Ci sono tante “vie” per crescere e migliorarsi: a fianco allo Yoga e alla Meditazione (…o il chi kung) metterei anche cose più “semplici” quali passeggiare in mezzo alla natura, coltivare l’amicizia, la musica, l’arte…sono tantissime le attività che ci possono aiutare a conoscerci. Alcune persone preferiscono seguirne una sola, altre amano invece spaziare. Io sono uno di quelli che ama spaziare.
Spaziare significa per me vedere le cose da tante angolazioni diverse, mi permette di cogliere delle sfumature che altrimenti non coglierei: in questo seminario mi sono immerso nel mondo del Tao, un mondo che mi affascina e in cui mi sto lentamente addentrando… ma mi ha fatto anche scattare un’intuizione.
È accaduto in un istante, niente più di una riflessione momentanea.
La sfericità della terra
Cercando su internet il concetto di cielo posteriore mi è passata davanti agli occhi una frase che diceva, pressapoco, che quando guardiamo l’orizzonte percepiamo la sfericità della terra perché sappiamo che la terra è sferica, mentre i nostri avi la vedevano piatta.
In altre parole… la nostra visione della realtà è condizionata da quello che conosciamo di essa. Allora mi sono detto: chissà quante cose, alla stregua dei nostri avi, percepiamo in un modo scorretto perché non ci sono arrivate le informazioni giuste.
Fino al decollo dell’aereo che ho raccontato nel quarto spiraglio ero ancora convinto che stare al mondo fosse un compito decisamente arduo. Da quando atterrai dall’altra parte del mondo, gradualmente, giorno dopo giorno, iniziai a sentire che Vivere non è poi così difficile come pensavo prima. Da un certo momento in poi, mi sono reso conto che la mia vita non era più piatta come mi avevano fatto credere. Una nuova informazione era arrivata ed aveva iniziato a trasformare il modo in cui vedevo le cose e conseguentemente le cose stesse intorno a me!
E chissà cosa mi attende…chissà cosa attende tutti noi…cosa saremo in grado di vedere tra un anno, tra un mese, o forse già domani.
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Arrivederci al prossimo spiraglio!
Belli riflessioni!
grazie di cuore
Non avere paura delle nuove esperienze equivale a non avere paura dell’ignoto, equivale a buttarsi e a rischiare qualcosa.
Non è facile.
Sarà che le cose che hanno un valore non sono mai facili.
Bell’articolo.
E io che sono uno che viveva in una vera e propria marea di paure ne so qualcosa. Ora non se ne sono andate ma le tengo a bada, anche come dici tu imparando e forzandomi a volte a rischiare. GRAZIE.